AFFABULAZIONI

Sesso amore e partecipazione


Nan Goldin: non solo artista acclamata ma anche guerriera tanto coraggiosa da sfidare la famiglia Sackler, principale produttrice dell'OxyContin, il farmaco oppioide che ha causato dipendenza su larga scala in tutta l'America. Del resto, chi se non lei? Dopo essersi interessata alla New York underground degli anni '70 e '80, ha spostato l'attenzione sulle vittime dell'Aids e ha inserito quegli scatti nell'installazione The ballad of Sexual Dependency, accanto a foto di amore, sesso e violenze domestiche. Più di recente, nella mostra Memory Lost, ha ripercorso scene di vita quotidiana in correlazione alla dipendenza da droghe, aggiungendo fotografie scattate alla scrittrice trans Thora Siemsen (ultima foto in basso), ripresa seminuda in momenti di intimità durante la pandemia.

Ma tornando alla Goldin engagée, se i ritratti di drag queen e altri membri della community LGBTQIA possono non piacere, ciò non toglie che sarebbe il caso di augurarsi che il gruppo P.A.I.N. (Prescription Addiction Intervetion Now) da lei creato per boicottare musei e fondazioni che ricevono fondi da compagnie farmaceutiche discutibili come quella succitata, riesca ad  arginare le incongruenze di una parte del mondo artistico che invece di vendere solo suggestioni, indirettamente vende pure la morte.