AFFABULAZIONI

Ilda e Giovanni, storia di un amore


L'ex procuratore aggiunto della Repubblica Ilda Boccassini, oggi 71enne, ha deciso di raccontarsi in un libro, La stanza numero 30, che è quella al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano, dove ha lavorato per anni. Un intero capitolo è dedicato alla storia d'amore che la legò a Giovanni Falcone, conosciuto negli anni Ottanta. In quel periodo lui era già sposato con Francesca Laura Morvillo; entrambi morirono nella strage del 23 maggio del 1992 a Capaci, insieme a tre uomini della scorta.

 

L'ultimo incontro tra "Ilda la rossa" e Falcone avvenne dieci giorni prima della tragedia di Capaci, dopo un convegno a Pavia. Nitido il ricordo del viaggio in auto fino all’aeroporto di Linate: "Giovanni aveva detto all’autista di guidare con calma, poi mi aveva preso la mano stringendola forte e, dopo un po’ di tempo trascorso in silenzio, aveva cominciato a lasciarsi andare, esternando la rabbia, la mortificazione, la stanchezza per gli attacchi che subiva e per la cattiveria che lo circondava (...) In tutti questi anni non ho mai dimenticato quella giornata, quel tragitto in auto, quel suo ultimo sguardo. Se non ci fossimo visti quel giorno, forse non avrei ribaltato la mia vita, com’è invece accaduto. Ma quegli occhi pieni di tristezza posati su di me non mi hanno lasciato alternative. Ed è cosi che sono arrivata a decidere di indagare sulla sua morte, a inseguire per mesi i suoi carnefici".

Non dev'essere stato facile, per una donna nella sua posizione, confessare una relazione clandestina, e per questo è apprezzabile lo sforzo di portare alla luce la parte più autentica di sé. Quella di una donna innamorata.

"È molto complicato, per me, ancora oggi, parlarne. Sicuramente non si trattò dei sentimenti classici con cui siamo abituati a fare i conti nel corso della vita. No. Il mio sentimento era altro e più profondo, non prevedeva una condizione di vita quotidiana, il bisogno di vivere l’amore momento per momento. (...) Ero innamorata della sua anima, della sua passione, della sua battaglia, che capivo essere più importante di tutto il resto. Sapevo di non poter condividere con lui un cinema o una gita in barca, pur desiderandolo, ma non ero gelosa della sua sfera privata né poteva vacillare la mia. Temevo che quel sentimento potesse travolgermi. E così in effetti sarebbe stato, perché lo hanno ucciso".

Il punto di vista di Paolo Guzzanti (Il Giornale, venerdì 8 ottobre)

"Questa donna italiana si è certamente scavata un posto nella storia per aver vanamente perseguito e umanamente perseguitato il più votato ma il più detestato dalle sinistre uomo politico. Non si capisce bene perché abbia scelto ora di raccontarsi come un fiume in piena, preda di passioni imbarazzanti e prevedibili che però rivelano i tradimenti coniugali di un grande magistrato ucciso. Certo, è una storia umana. Ma come può spiegare, proprio lei, la donna eroica detta «la rossa» senza esserlo e che perse la sua furiosa battaglia, come abbia potuto perseguitare con professionale passionalità un anziano signore accusato di avventure passionali mai provate? Quelle proprie, le ha spiattellate con eccessiva generosità nella lussuosa privacy della Top Class, svilita soltanto dal gracchiare delle canzoni della Nannini in un vecchio mangianastri. Se Ilda cercava il modo di chiudere comunque in bellezza, qualcuno l'avverta perché a noi sembra il flop finale".