AFFABULAZIONI

Wanda Nara, vergogna dell'eterno femminino


Quelli che parlano bene, o magari conoscono bene le dinamiche social, per indicare ambiti in cui si rifugge il dissenso, usano l'espressione echo-chamber dove, come recita Treccani, "visioni e interpretazioni divergenti finiscono per non trovare più considerazione". Dal mio punto di vista, benché il confronto democratico venga messo alla berlina, capisco chi si rifugia nella camera dell'eco in quanto incapace di fronteggiare certe brutalità verbali che tanto avvelenano il virtuale. Ovviamente sarebbe meglio essere educati al conflitto nel rispetto dell'avversario, tuttavia, poiché nei contesti in oggetto l'anonimato è un porto d'armi, è praticamente impossibile appellarsi a un'etica comportamentale. Ora, salvaguardando il rispetto per ogni punto di vista, credo sia giunto il momento di fare piazza pulita di misogini e transfobici (giusto per citare due categorie tra le più bieche), senza dimenticare personaggi pubblici oltremodo discutibili come Wanda Nara che, forte dei suoi sedici milioni di follower, si sente autorizzata ad esprimere la propria rabbia di cornuta milionaria, attingendo a un vocabolario di pertinenza delle peggiori mercenarie al mondo. Questa frase, rivolta alla trans Guendalina Rodriguez, una delle amanti di Icardi, la dice lunga sul suo essere disgustosa: "Puttana del cazzo che vuoi essere donna ma non lo sarai mai, se vuoi ti insegno io a truccare meglio una foto. Mauro non sa nemmeno della tua esistenza, vai a lavare la tua fica se ce l'hai". Indifendibile.

L’eterno femminino ci trae in alto”.

Goethe

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