Il Nobel nazista che imbarazzò la Norvegia

A cent'anni dal Nobel per la letteratura a Knut Hamsun, il poeta delle radici - Il Primato Nazionale

Torna in libreria, dopo un secolo, Germogli della terra, il libro grazie al quale Knut Hamsun vinse il Nobel per la letteratura nel 1920; peccato però che l’attribuzione del  prestigioso riconoscimento si rivelò un clamoroso passo falso da parte dell’Accademia svedese, perché nel frattempo lo scrittore era diventato un grande ammiratore di Hitler. Dopo la fine ignominiosa del Führer, la Norvegia corse ai ripari dichiarando il Nostro insano di mente, che tuttavia tale non era, perlomeno non in senso stretto, tant’è che seppe difendere egregiamente le scelte di tutta una vita pubblicando Germogli della terra. Ora, poiché i toni della narrazione sono misogini, violenti e razzisti, in parole povere troppo lontani dall’iper-sensibilità contemporanea, il libro resta di esclusiva pertinenza degli amanti della letteratura tout-court giacché è scritto molto bene, ma volendo potrebbe costituire motivo di interesse anche per coloro che sanno contestualizzare quello che leggono. Comunque bisogna affrettarsi: c’è il rischio che passi un altro secolo prima di rivedere il libro di Hamsun in libreria, poiché l’ombra sinistra della cancel culture è sempre in agguato. E ormai lo abbiamo imparato, il significato di contestualizzare sfugge alla cultura ipocrita.

Il mattino successivo la ragazza non se ne andò, né lo fece per tutta la giornata. Si rese invece utile mungendo le capre e sfregando le stoviglie di legno con della sabbia fine pulendole per bene. Non se ne andò piú. Lei si chiamava Inger. Lui si chiamava Isak.

La vita dell’uomo solitario si trasformò. È vero che la sua donna parlava in modo confuso e si nascondeva sempre il volto per via del labbro leporino, ma non poteva lamentarsene. Senza una bocca deformata probabilmente non sarebbe mai andata da lui, quel labbro leporino era la sua fortuna. D’altra parte lui era forse senza difetti? Isak, con la sua barba rossa e il corpo troppo tozzo, sembrava un orribile troll di fiume o una creatura vista attraverso un vetro deformante. E chi altri se ne andava in giro con uno sguardo come il suo! Sembrava capace di liberare da un momento all’altro una specie di Barabba. Era già tanto che Inger non fuggisse via.

Ma lei non fuggiva. Ogni volta che Isak si allontanava e poi tornava a casa, Inger era accanto alla capanna. Lei e la capanna di torba erano una cosa sola.

È vero che aveva una bocca in piú da sfamare ma ne valeva la pena perché ora poteva muoversi di piú, poteva assentarsi. Lí accanto c’era il fiume, un bel fiume che non era solo piacevole a vedersi ma era anche profondo e impetuoso. Non era un fiumiciattolo, e doveva nascere da qualche grande lago su a monte. Si procurò l’attrezzatura da pesca, andò a cercare il lago, e la sera tornò a casa con trote e salmerini. Inger lo accolse con grande meraviglia. Non essendo abituata a quel cibo era sopraffatta, e batté le mani esclamando: Sei straordinario!”

Knut Hamsun, Germogli della terra

Il Nobel nazista che imbarazzò la Norvegiaultima modifica: 2021-11-08T16:23:15+01:00da VIOLA_DIMARZO

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