I figli che non voglio

l'intemerata di simonetta sciandivasci: 'posso permettermi di fare un figlio, ma non lo faccio' - Cronache

I figli che non voglio è un pezzo di Simonetta Sciandivasci pubblicato su lo Specchio de La Stampa domenica scorsa. Ovviamente il titolo, che da solo è una dichiarazione di guerra ai bigotti nostrani e a quelli che “il Papa ha detto che avere un figlio è sempre un rischio, ma lo è di più negare la paternità e la maternità“, ha suscitato delle levate di scudi, ma neanche tante. (Che i bigotti siano in via di estinzione?)

Intervistata da Daria Bignardi, l’autrice ha dichiarato:

Devo dire che, diversamente da quello che mi aspettavo, i commenti aggressivi sono stati pochi. C’è stato piuttosto un coro di grazie. Alcune donne invece si sono sentite mal rappresentate e i maschi che magari condividevano anche ciò che avevo scritto, criticavano il mio modo di scrivere perché avrei dovuto avere un tono sommesso. Non siamo incattivite, è semplicemente un altro modo di stare al mondo. Mia madre solo adesso si permette di dirmi che se non mi avesse avuto, avrebbe avuto comunque una vita felice. Non veniamo più educate in quel modo e lo puoi anche raccontare con un sorriso ma dà fastidio. Però se il mio paese mi permettesse di adottare un bambino bisognoso, da single, sicuramente lo adotterei“. Fate tutti un gran parlare di libero arbitrio, ma dovete convenire che certi retaggi culturali sono dei veri e propri cappi al collo, e dunque ascoltatele queste voci fuori dal coro perché stanno raccontando la verità. Per imbarazzante e riprovevole che sia.

L’incipit dell’articolo di Sciandivasci:

Caro Istat, ti scrivo perché non rientro nei tuoi grandi numeri. Precisamente, da quanto mi risulta ti risulti, sto in un misero cinque per cento. Una florida e talvolta felice minoranza di donne che non fanno figli perché non vogliono. E non perché non possono permetterselo, o perché sono sfiduciate, spente, nichiliste, sole, ciniche. Pensavo fossimo di più, ma non sottovaluterei il 5“.

Foto: Simonetta Sciandivasci

I figli che non voglioultima modifica: 2022-01-20T12:45:40+01:00da VIOLA_DIMARZO

11 pensieri riguardo “I figli che non voglio”

  1. Proprio adesso ho saputo che una mia cara amica aspetta il suo secondo figlio, le ho fatto gli auguri e sono contenta per lei, perchè era il suo desiderio. Ma io che questo desiderio, di avere un figlio non l’ho mai avuto, talvolta, me ne sento in colpa, sottilmente. Come se non diventando genitore mi condannassi a restare sempre figlia, e perciò poco responsabile o “matura”.

  2. Ho grande ammirazione per quel 5 per cento. Io un figlio l’ho avuto. Fortemente voluto, cresciuto a tratti. Adesso è un uomo e presto padre. Sento che mi sono persa grosse fette di lui, ma questa è la mia storia. La mia vita non sarebbe stata né più felice né più triste. Sarebbe stata diversa. Ma la sua esistenza mi ha dato spesso un motivo per non andarmene.

  3. C’è stato un periodo della mia vita in cui l’idea di diventare madre mi piaceva tanto, forse perché accanto avevo un uomo che da solo era famiglia; poi sono mancati i presupposti, e ora sinceramente penso che non era mio destino avere figli. Per quanto riguarda il discorso intorno alla maturità, ci sarebbe da parlarne, e comunque io di gente matura e risolta in giro, con o senza prole, ne vedo poca.

  4. Di quel 5 per cento non sono affatto certa; sull’argomento c’è molta ipocrisia, ad esempio ci sono madri che sono tali per caso, e non ammetterebbero mai che potendo tornare indietro farebbero di tutto per non diventarlo. P.S. A breve sarai nonna, auguri 🙂

  5. Il 5% è poca cosa rispetto al numero delle disgraziate che non volendolo mettono comunque al mondo degli infelici e più tardi disadattati

  6. Se solo l’umanità almeno lambisse la perfezione, non ci sarebbero madri sciagurate e/o anaffettive e di conseguenza figli di una genitorialità malsana. Purtroppo siamo fatti male, ciascuno a suo modo, e la colpa non è neppure nostra, ci hanno congegnati così a bella posta.

  7. Finora nessuno ha parlato della psiche,cioè di quella parte di noi più nascosta che parla attraverso i sogni ;io sognavo un bambino e rompevo il cordone ombelicale con mia madre e il l sogno si è realizzato e mi sono staccata da mia madre nel momento in cui sono diventata madre, sono single e ho cresciuto mia figlia da sola in tutti i sensi e ne sono contenta;penso che l’aver analizzato il mio inconscio mi ha aiutato molto a fare una scelta .

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