AFFABULAZIONI

I figli che non voglio


I figli che non voglio è un pezzo di Simonetta Sciandivasci pubblicato su lo Specchio de La Stampa domenica scorsa. Ovviamente il titolo, che da solo è una dichiarazione di guerra ai bigotti nostrani e a quelli che "il Papa ha detto che avere un figlio è sempre un rischio, ma lo è di più negare la paternità e la maternità", ha suscitato delle levate di scudi, ma neanche tante. (Che i bigotti siano in via di estinzione?)

Intervistata da Daria Bignardi, l'autrice ha dichiarato:

"Devo dire che, diversamente da quello che mi aspettavo, i commenti aggressivi sono stati pochi. C’è stato piuttosto un coro di grazie. Alcune donne invece si sono sentite mal rappresentate e i maschi che magari condividevano anche ciò che avevo scritto, criticavano il mio modo di scrivere perché avrei dovuto avere un tono sommesso. Non siamo incattivite, è semplicemente un altro modo di stare al mondo. Mia madre solo adesso si permette di dirmi che se non mi avesse avuto, avrebbe avuto comunque una vita felice. Non veniamo più educate in quel modo e lo puoi anche raccontare con un sorriso ma dà fastidio. Però se il mio paese mi permettesse di adottare un bambino bisognoso, da single, sicuramente lo adotterei". Fate tutti un gran parlare di libero arbitrio, ma dovete convenire che certi retaggi culturali sono dei veri e propri cappi al collo, e dunque ascoltatele queste voci fuori dal coro perché stanno raccontando la verità. Per imbarazzante e riprovevole che sia.

L'incipit dell'articolo di Sciandivasci:

"Caro Istat, ti scrivo perché non rientro nei tuoi grandi numeri. Precisamente, da quanto mi risulta ti risulti, sto in un misero cinque per cento. Una florida e talvolta felice minoranza di donne che non fanno figli perché non vogliono. E non perché non possono permetterselo, o perché sono sfiduciate, spente, nichiliste, sole, ciniche. Pensavo fossimo di più, ma non sottovaluterei il 5".

Foto: Simonetta Sciandivasci