AFFABULAZIONI

La maledizione del Quirinale


Come per tutte le leggende sarebbe inutile cercarne il fondamento, però se a parlare, con la ben nota ironia, è Giulio Andreotti, la cosa si sottrae all'aneddotica tout court. Comunque, in merito alla presunta maledizione di Pio IX contro gli usurpatori sabaudi all'indomani della breccia di Porta Pia, rimasta poi ad aleggiare tra le stanze di cotanto palazzo, Andreotti dichiarò: "Quando Vittorio Emanuele II ci morì, nel 1878, aveva soltanto 57 anni, mentre Pio IX, molto più anziano di lui, era ancora vivo, e comunque  Vittorio Emanuele II ci credeva. Circa i successori: Umberto I morì assassinato, Vittorio Emanuele III dovette fuggire da Roma, Umberto II poté alloggiarci solo due anni, nel corso dei quali diede uno splendido ricevimento per i nuovi cardinali nominati da Pio II". Archiviata la monarchia col referendum del 1946, i capi di Stato si mostrarono sostanzialmente riluttanti ad abitare la "Casa dei preti", come Vittorio Emanuele II chiamava il Quirinale. Luigi Einaudi, ad esempio, fu convinto proprio da Andreotti a mettere da parte la superstizione, e Giovanni Gronchi ricorse al pretesto di non poter tollerare che i suoi figli crescessero tra i corazzieri, prima di stabilirvisi. In realtà tutti i presidenti furono risparmiati dalla maledizione anche se, ricordava ancora Andreotti, "il settennato di Antonio Segni fu stroncato dalla paralisi, e quello di Giovanni Leone da una miserabile campagna".

Ora, alla luce di tutto questo, non sarebbe stato il caso di mandare Berlusconi al Quirinale? Forse la sua permanenza avrebbe avuto ragione dei demoni. Meglio ancora di un esorcismo.