Wagner, l’antisemita

A cavalgada musical e artística de Richard Wagner

In Wagner antisemita, Jean Jacques Nathiez, pur definendo il compositore tedesco “uno dei grandi creatori della cultura occidentale”, non gli fa sconti; infatti, senza mezzi termini, lo restituisce al lettore per quello che effettivamente fu, un antisemita, come peraltro attestato dallo stesso Wagner in uno scritto del 1850, Il giudaismo nella musica, firmato però con uno pseudonimo.

L’ebreo, che come è noto ha un Dio tutto suo, ci colpisce già nella vita comune per il suo aspetto esteriore: a qualsiasi nazionalità europea appartenga troviamo che egli abbia qualcosa di ripugnante“. “Ciò che ci ripugna particolarmente nel modo di parlare degli ebrei è il loro accento”. “L’ebreo non ha mai avuto un’arte propria e perciò la sua vita non ha mai posseduto un valore artistico”. “Divenire uomini con noi, per l’ebreo significa innanzitutto cessare di essere ebreo. L’ebreo prenda parte a quest’opera di redenzione attraverso l’annullamento di sé“.

Sedici anni dopo, quando era ormai famoso, Wagner pubblicò un altro pamphlet, questa volta firmandolo con nome e cognome, perché reputava di essere oggetto di una campagna d’odio da parte degli ebrei. Ora, Wagner non era un pazzo, le sue invettive avevano radici nell’interesse personale – screditare a proprio vantaggio  i compositori ebrei più affermati, contando su quella vasta parte dell’opinione pubblica già sensibile alle tematiche antisemite -, e soprattutto sapeva che di suo padre si diceva che fosse di origini ebree.

Essere una lettrice onnivora, o quasi, implica la ri-scoperta giornaliera d’avere uno spesso substrato di ignoranza; prima di oggi, per me Wagner era solo quello dell’Anello dei Nibelunghi, e invece scopro che non era in errore Adorno quando intuì che ai Nibelunghi Wagner era tornato come a voler mondare la stirpe germanica da ogni tradizione ebraica.

Wagner, l’antisemitaultima modifica: 2022-01-25T12:15:14+01:00da VIOLA_DIMARZO

4 pensieri riguardo “Wagner, l’antisemita”

  1. Fatta pure la debita tara al periodo storico ed alle amicizie (ed inimicizie) che frequentava, da quel che scrive il nostro eroe mi pare un cretino. ( con rispetto ed ossequioso rinculare )

  2. “Essere una lettrice onnivora, o quasi, implica la ri-scoperta giornaliera d’avere uno spesso substrato di ignoranza”

    Tranquilla, il covid ha portato alla luce una quantità impressionante di “scienziati” che ha dimostrato che l’ignoranza, più di qualunque virus, non risparmia nemmeno loro :))

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