Ratzinger chiede perdono

Benedetto XVI, l'uomo che veglia sul Vaticano - Corriere.it

Il Papa emerito Benedetto XVI interviene direttamente sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga dove è stato arcivescovo per quasi cinque anni, e lo fa con una missiva in cui, oltre a chiedere perdono, ringrazia per la vicinanza che gli è stata espressa da tanti, e si scusa nuovamente per l’errore circa la sua presenza alla riunione del 15 gennaio 1980 durante la quale si decise di accogliere in diocesi un sacerdote che doveva curarsi. Ma è nella seconda parte della lettera che Ratzinger spiega il senso della confessione e del perdono, affidandolo a queste parole:

Durante la celebrazione della messa preghiamo il Dio vivente pubblicamente di perdonare la nostra colpa, la nostra grande e grandissima colpa. È chiaro che la parola ‘grandissima’ non si riferisce allo stesso modo a ogni giorno, a ogni singolo giorno. Ma ogni giorno mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa. E mi dice in modo consolante che per quanto grande possa essere oggi la mia colpa, il Signore mi perdona, se con sincerità mi lascio scrutare da lui e sono realmente disposto al cambiamento di me stesso”.

E a proposito dei colloqui con le vittime degli abusi commessi da chierici chiarisce:

In tutti i miei incontri, soprattutto durante i tanti viaggi apostolici, con le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade. Come in quegli incontri ancora una volta posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono. Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso”.

Benedetto XVI conclude la lettera con queste parole:

Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato. In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte”.

Insieme alla lettera del Papa emerito è stato pubblicato un breve allegato di tre pagine in cui si ribadisce che il cardinale Ratzinger, nel momento in cui accolse il sacerdote che doveva curarsi a Monaco, non era a conoscenza del fatto che fosse un abusatore.

È sincero Ratzinger? A me pare più che altro pentito o forse semplicemente provato dalla malattia, il giudice più crudele in cui possiamo imbatterci.

Ratzinger chiede perdonoultima modifica: 2022-02-08T16:38:22+01:00da VIOLA_DIMARZO

11 pensieri riguardo “Ratzinger chiede perdono”

  1. Ennesimo penoso, dovuto passaggio della guerra in corso tra l’antipapa Bergoglio ed il legittimo successore di Pietro. Da non credente non posso che tifare per papa Ratzinger, qualunque siano le sue colpe vere o presunte. Buonanotte Viola.

  2. Ricordo che l’infinita libreria di mio padre, era organizzata su due file. Una immediatamente visibile ed alle spalle, dietro la prima fila c’erano altri libri. Poiché i libri non m’interessavano, la prima fila neanche la guardavo, però m’incuriosiva scoprire cosa ci fosse dietro. Così, un giorno mi capitò fra le mani “rapprto Kinsey”, la prima corposa e completa analisi statistica sul comportamento sessuale del popolo americano. Un librone di oltre 400 pagine. Abitudini, statistiche, comportamenti, risvolti psicologici.
    La cosa che più mi colpì fu il dato relativo ad un paese che, in gran parte, era dedito all’allevamento del bestiame e, sinceramente, provai disgusto per il fatto che la privacy di tante pecorelle, dio quante, venisse portata alla luce senza nessuna attenzione per il trauma che avevano subito e sopportavano sperando che non venisse mai alla luce. E invece, Kinsey. Povere pecorelle.

    E qui mi torna in mente Fazio. Non tanto perché è rimasto fulminato sulla via di Damasco, ma per il fatto che da un giornalista mi aspetterei la capacità di distinguere il sacro dal profano. Incapacità di distinzione che potrei comprendere in una vecchietta e non in un giornalista che dovrebbe avere il cuoio o il pelo sullo stomaco per non confondere un individuo che avrà tutti i titoli istituzionali o onorifici, ma rimane un individuo.
    In fondo, se la storia ha una sua importanza… e comunque, al posto di Fazio oggi mi starei torturando per le domande che avrei potuto e fargli e non gli ho fatto.

    Tornando al rapporto Kinsey, fu quello che per primo mi fece sorgere qualche sospetto sul perché proprio le pecorelle sono quelle che si smarriscono più facilmente. Certo, senza leggere quel rapporto, avrei fatto prima a chiederlo al pastore, ma dubito della sua sincerità.

  3. Mi dispiace dirlo ma ti ho sempre trovato orribile, il tuo viso era atteggiato ad un ghigno ed il mio sesto senso non mi ha ingannato. HAI COPERTE I PRETI E VESCOVI PEDOFILI. VERGOGNA. Meno male che ti SEI RITIRATO ed ora c’è il meraviglioso papa FRANCESCO.

  4. Su Fazio volevo fare un post ma non ho avuto il tempo. Interessanti le tue considerazioni, e quindi ho cercato qualcosa sul Rapporto Kinsey, e guarda cosa ho trovato: “Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso”.

  5. Solo per dire che quel libro non l’ho scritto io, malgrado la pensi anch’io come Panfilo. Non so se per lo stesso motivo. Il mio comunque è perché Ratzi non faceva il rivoluzionario della domenica. Lui era pragmatico. Per lui, comìè giusto che sia e piaccia o meno, la dottrina non scende a compromessi soprattutto perché, provare a farli vestendoli di modernizzazione della Chiesa, significa buttarsi in un vicolo cieco dal quale la Chiesa non riuscirà più a venirne fuori. Tant’è che le cosiddette “aperture” di papa Francesco sono solo giochi d’illusionismo con i quali pretende che siano gli altri (governi) a legiferare sulle unioni da riconoscere agli omosessuali, ma lui si guarda bene poi di aprirgli le porte all’altare. Blablabla, così siamo tutti rivoluzionari.

  6. Il rapporto Kinsey lo lessi tutto proprio perché oltre ad avere molto a che fare con i numeri (statistiche e quindi realtà), per le sue analisi psico-sociali. Una vera miniera e come hai riportato, il mondo nel suo continuum è ovviamente un continuo divenire ed il suo continuo divenire non può esimersi da continui tentativi evolutivi e, quindi, possibili incroci ed errori. Fra essi anche le famose X ed Y sessuali. Limitare però questo ad errori (cosa diversa dalle scelte), al solo sesso è quello che ci conduce fuori strada. Perché è umano, ma anche animale e vegetale, che qualcosa vada storto. Se non fosse così, esisterebbe la perfezione oltre che in me anche in tutto il resto dell’ambaradan.
    “Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte”, appunto, ma questo non è un difetto comune a tutte le menti umane e non è nemmeno un difetto, ma la strategia del potere: la carota ed il bastone, la libertà e la galera, la promozione, il ruolo di capoclasse, quello di caporale, quello di generale, papa o presidente. La piramide come tomba o come gerarchia laddove pure il maggiordomo ti guarda dall’alto in basso.

  7. Solo il vertice assoluto di una gerarchia puo’ definirsi un uomo libero. Fortunatamente ognuno puo’ (potrebbe) crearsi una scala di regole e valori nel quale sentirsi a proprio agio…… e sfortunatamente il mondo invece di sostenere e valorizzare picchi di valore diversi si e’ appiattito in uno stagno globale (Bergoglio insegna e l’idiota di turno applaude )

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