AFFABULAZIONI

Che ribrezzo i peli, ma solo se sono femminili


Come liberarsi dai diktat della bellezza, soprattutto nelle varianti che ci vogliono glabre come bambine, anche a costo di sofferenze sadomaso? Una risposta sembra averla trovata Bel Olid, scrittrice femminista di 45 anni che, in quello che potremmo definire un pamphlet, Contropelo. O del perché spezzare la catena di sottomissione e odio verso di sé, si ribella con toni tragicomici alla dittatura di cui sopra, spiegando come l'autocompiacimento di una donna nel guardarsi allo specchio, nasconda per converso il bisogno di conquistare l'ammirazione del maschio.

Nella prefazione al libro Giulia Zollino scrive:

"Sempre più spesso i peli abitano il mio corpo. Sempre più spesso scelgo di rompere un meccanismo di controllo e sottomissione che ormai mi sta stretto e quando lo faccio non posso evitare di sentirmi potente. Tutte le volte che esco di casa, vado al mare o faccio sesso e le mie gambe, le mie braccia, la mia fica e le mie ascelle sono ricche di peli, mi sento potente, forte, coraggiosa. Va meglio? No. Non vorrei sentirmi un’eroina a uscire di casa con una caratteristica con cui sono nata ed è nata la maggior parte della popolazioneVorrei non essere l’unica donna al tavolo ad avere i peli, vorrei non ricevere commenti di odio e sguardi imbarazzati, vorrei accendere la tv e vedere gambe, ascelle, capezzoli adornati da peli grigi, marroni, biondi, fucsia. Vorrei che più donne si sentissero libere di portare a spasso i loro peli e che tutte assieme giocassimo a chi ce li ha più lunghi, folti e ribelli. Quel giorno è ancora lontano forse. Ma ci arriveremo. Raggiungeremo quel “futuro peloso” che sogniamo con Olid".

So di andare controcorrente, eppure devo dirlo: la seduttività femminile è ben altro, anche se l'abbiamo ridotta a una questione di pelo e contropelo. Dommage.