AFFABULAZIONI

Figliuolo lascia. Con un libro


Dall'8 marzo in libreria per Rizzoli, Un italiano è il libro di Francesco Paolo Figliuolo - generale degli alpini e Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 (fino al 31 marzo) -, scritto in forma di dialogo con Beppe Severgnini. Le sue parole:

"Vorrei raccontarvi quello che ho cercato di fare per l’Italia e perché. Proverò a essere preciso, il tema è serio e lo richiede. Ma voglio anche essere sincero e raccontarvi il dietro le quinte di questa strana, faticosa, a tratti entusiasmante stagione del nostro Paese. Ne ho parlato poco, finora, perché dovevo lavorare. E se uno, in qualsiasi professione, passa il tempo in televisione o a rilasciare interviste, come riesce a lavorare? Quando l’editore Rizzoli me l’ha proposto, mi sono detto: non sei uno scrittore, come farai a trasmettere le cose che hai capito e che hai fatto? Senza rischiare di essere autocelebrativo o usare un linguaggio troppo tecnico. O, peggio, le due cose insieme. Così ho pensato di chiedere aiuto a Beppe Severgnini. Non ci conoscevamo di persona, ma avevo letto alcuni suoi libri e molti articoli, conoscevo le sue opinioni televisive. Di lui mi piacciono la pulizia del linguaggio, la capacità di sintesi e l’ironia”.

Il passaggio che ha fatto infuriare i nuovi intoccabili è questo:

"Ho un sospetto: i virologi, molti dei quali sono bravissimi, in ambito scientifico sono stati un po’ negletti. Non perché la virologia sia una disciplina minore rispetto alla cardiologia, alla chirurgia o all’oncologia. Però, diciamo la verità, il grande pubblico un virologo manco sapeva chi era

Sono certa che a livello narrativo l'ingerenza di Severgnini sarà preponderante. Un vero peccato per chi volesse conoscere da vicino la figura - controversa al pari di tante altre per quanto riguarda la gestione della pandemia - del generale Figliuolo. Del resto il memoir è un genere che molto difficilmente si presta a restituire fedelmente il vissuto del narratore perché, anche al netto di ingerenze esterne, essere oggettivi con se stessi, nel bene o nel male, è pressoché impossibile.

Dall'incipit:

"Mi chiamo Francesco Paolo Figliuolo, ho sessant’anni e sono un alpino. Porto un cappello con la penna che qualcuno considera buffo, e io trovo bellissimo. Mi piace camminare in salita e non sento il peso dello zaino. Non mi tingo i capelli. Non ho santi in paradiso, la carriera me la sono fatta da soloDa giovane ho imparato a obbedire e oggi cerco di dare ordini di buonsenso.

Sono impulsivo, ma non porto rancore. Non decido mai mentre sono arrabbiato. Credo che chi lavora con me mi stimi e, in fondo, mi voglia bene. Altrimenti non farebbe quello che fa. Da solo avrei potuto combinare poco, credetemi. (...) Se state leggendo questo libro è perché, il 1° marzo 2021, sono stato nominato Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Vi assicuro che non me l’aspettavo, e non ho fatto nulla perché accadesse. Sono un esperto di logistica e credo che questo sia stato determinante nella scelta del presidente Draghi e del governo. La logistica, aggiungo, mi piace moltissimo. La trovo romantica. Quando gli elementi vanno a posto e i meccanismi s’incastrano esattamente, mi sembra di ascoltare la musica delle cose. L’Italia ha davvero tutto, deve solo imparare a metterlo insieme".