AFFABULAZIONI

Il perfetto fascista


Quando il gerarca Attilio Teruzzi sposò la cantante lirica Lilliana Weinman, era il 17 marzo del 1926, Mussolini disse:

"Sono contento che sposiate un'americana. Le donne inglesi sono brutte, quelle francesi perverse, le spagnole ci portano sfortuna, ma con l'America andiamo d'accordo".

Fu un matrimonio infelice il loro, come ben narrato da Victoria de Grazia ne Il perfetto fascista, innanzitutto perché i fascisti vedevano nella donna un oggetto funzionale a mettere in risalto l'uomo nuovo, e Weinman non solo non fu mai all'altezza del ruolo - rimase un'artista che su tutto amò il melodramma - ma apparteneva pure a una ricca famiglia ebrea, pregiudiziale di non poco conto alla luce della campagna razziale già in embrione. Teruzzi si liberò della moglie con l'accusa di averlo tradito con il suo agente; senza ottenerlo, chiese l'annullamento alla Sacra Rota e l'americana fu per sempre, e senza dolersene, la "contessa Teruzzi". Resta da capire come una brillante soprano abbia potuto rapportarsi con le nefandezze di un milieu a cui era completamente estranea per estrazione e forma mentis.