AFFABULAZIONI

La preside e il toy boy


Il clamore moralista suscitato dalla presunta love story tra la preside di un liceo di Roma e un suo studente, dimostra innanzitutto una cosa: gli italiani si sono stancati di Putin e dell'Ucraina,  ragion per cui, dismessi i panni di fini analisti di dinamiche belliche, sono tornati a essere quello che sono sempre stati: voyeur di provincia. (Per un quadro più esaustivo di questo cambio di rotta, ricordo anche l'interesse intorno alla tristissima vicenda di Carol Maltesi che precede di poco quella in oggetto).

Malgrado le prove schiaccianti fornite dallo scambio di messaggi tra la 50enne in preda ai bollori e il 18enne probabilmente con qualche problema relazionale con la madre, la liaison è penalmente irrilevante. Auguriamoci soltanto che il ragazzo sia tanto onesto da riconoscere, qualora fosse tutto acclarato, d'aver avuto fortuna a vivere una storia che è incarnazione di un caposaldo dell'immaginario erotico maschile. Lo dico perché ho già sentito i soliti esperti dei miei stivali, parlare di traumi che potrebbero segnare perlomeno in parte la vita del virgulto. Ma per favore, se l'è goduta alla grande, e quando in scena è entrata una nuova ragazza, si è pure concesso il lusso di dare il benservito alla povera illusa. Amen.

Sulle pagine del Corriere della Sera, la preside si difende così:

"Sono sconvolta, pensavo che una sciocchezza del genere morisse così com'era nata, e invece è stata  ingigantita oltre misura: è evidente che mi hanno voluto fare del  male. Sono felicemente sposata con un uomo meraviglioso, ma sono una donna di bell'aspetto: e purtroppo temo che  qualcuno possa pensar male. Ma sono serissima, mi è costato tanto arrivare qui, e sono nell'anno di prova: qualcuno avrà pensato che in un attimo poteva farmi cacciare. Giovedì vedrò l'ispettrice regionale, spero davvero di poter chiarire tutto". E ancora:

"Lo conosco, ha 19 anni, sta per prendere la maturità.  Quando l'ho conosciuto era rappresentante d'istituto, perciò abbiamo parlato diverse volte durante l'occupazione. Mi ha accompagnato con la sua macchina al commissariato di Monteverde per la denuncia dei locali occupati, e lì ci aspettava anche un rappresentante dei genitori. Ho avuto con lui un rapporto cordiale, come con tutti: la mia porta è sempre aperta. Forse lui ha messo in giro voci per vantarsi con gli amici? Non lo so, ma qualcuno poi può aver fomentato la cosa. Non c'è stato nulla di nulla con il ragazzo, posso giurarlo davanti a chiunque. Mi sono rivolta a un legale e chiarirò tutto anche con l'ufficio scolastico regionale ma in questa scuola non mi hanno mai visto di buon occhio, fin dal primo momento. Il sistema su cui si reggeva l'istituto scolastico non mi convinceva".