AFFABULAZIONI

Eroismo è pensare con la propria testa


I mostri sacri non si toccano proprio in virtù di quella sacralità accordata loro da un consorzio di individui della cui reale saggezza non è dato sapere, eppure delle medaglie che vediamo appuntate sul petto di questo e di quello ci fidiamo pressoché ciecamente. Ma sbagliamo, perché dal momento che veniamo educati a pensare in base a verità tali solo perché emendate del loro carattere illusorio, come possiamo operare un discrimine tra chi vale e chi no? Il metodo, evidentemente, ha delle falle ed è avversato da coloro che nei limiti del possibile ragionano con la propria testa. Tra questi c'è chi va oltre il mugugno, e critica apertamente gli unti del Signore. Ad esempio Umberto Galimberti scrive:

"Se la pubblicistica psicoanalitica si avvita su questa inessenzialità, non sapendo più cosa pensare, perché non tornare, in un tempo come quello attuale caratterizzato per la psicoanalisi da una carenza estrema di pensieri significativi, al "già pensato" e scoprire per esempio che già nel Rinascimento alcuni pensatori-maghi, come Gerolamo Cardano (1501-1576), professore di Medicina prima a Padova e poi a Bologna, impegnato contemporaneamente sui fronti di filosofia e medicina, matematica ed etica, avevano già ampiamente e dettagliatamente anticipato le procedure del sogno che tre secoli dopo avrebbero reso famoso Freud?".

Domanda: quante persone possono vantare la stessa onestà intellettuale di Galimberti? E tuttavia il punto è un altro: non riuscire ad ammettere di essere diventati culturalmente opachi, inclini a gestire le contraddizioni  rimuovendole dal contraddittorio.