AFFABULAZIONI

Dimmi di sbagliato che c'è


Cosa c'è di sbagliato in queste parole di Giorgia Meloni?

"Draghi arriva in Parlamento e di fatto chiede pieni poteri, sostenendo che glielo hanno chiesto gli italiani. Ma in una democrazia la volontà popolare si esprime solo con il voto, non sulle piattaforme grilline o con gli appelli del PD. Sono le autocrazie che rivendicano di rappresentare il popolo senza farlo votare, non le democrazie occidentali. FDI non intende assecondare questa pericolosa deriva. Decidano gli italiani del proprio futuro, non questo Parlamento delegittimato e impaurito".

Niente a rigore di logica, tutto se si ha paura di votare e assumersi di conseguenza la responsabilità delle proprie scelte.

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Un pensiero di matrice empatica va alla pecora nera del giorno, Giuseppe Conte. Per esperienza so che a una persona si può fare di tutto e sperare di cavarsela, ma in nessun caso la si può umiliare, perché l'umiliazione segna il punto di non ritorno. In quest'ottica, e senza voler giustificare alcunché, le parole di Giuseppe Conte offrono una chiave di lettura per scelte che di primo acchito possono apparire incomprensibili:

"Non era questione di ultimatum ma di priorità su cui bisognava definire un'agenda di governo. Non è stato possibile, abbiamo visto da parte del premier Draghi non solo indicazioni generiche, purtroppo su alcune misure c'è stato anche un atteggiamento sprezzante. Questo ci spiace molto. Perché abbiamo ricevuto anche degli insulti, e anche da parte delle forze di centrodestra c'è stato un atteggiamento incomprensibile".

Ma questo è già storia, ora tocca ricostruire o semplicemente imboccare nuove strade. Da qualsiasi parte si stia, quello che davvero conta è che abbiamo incrociato un altro treno, e se è vero che il presente si comprende guardando il passato, facciamolo senza preconcetti e soprattutto senza paura di un futuro dall'aura sfingica.