AFFABULAZIONI

Mussolini e Hitler non fanno ridere


In occasione dell'uscita del terzo volume di M., Antonio Scurati, intervistato da Luca Mastrantonio, ha espresso un punto di vista controcorrente e per questo degno di nota.

Luca Mastrantonio: "Mi ha colpito la fine di Angelo Fortunato Formìggini, un intellettuale ebreo, editore di testi comici, che si getta dalla torre della Ghirlandina a Modena. Di fronte alla tragedia la comicità si suicida. Non è possibile riderne".

Antonio Scurati: "Premetto di non condividere quanti dicono che si debba arretrare di fronte alla rappresentazione dell'ineffabile, del male assoluto, qui Hitler. Ammetto però una mia idiosincrasia verso la comicità applicata ai dittatori e ai loro crimini. Per me anche Il grande dittatore di Chaplin, nonostante l'evidente genialità, ha avuto conseguenze nefaste: rappresentare Mussolini come personaggio comico o buffo, per esempio, ha dato luogo a un grande equivoco in ambienti anglo-americani riguardo il Duce e il fascismo, che sono stati sottovalutati".

L. M.: "Non crede alla virtù salvifiche dell'ironia?"

A. S.: "Non fermi i dittatori, i carri armati o le camere a gas con l'ironia! Prendo a prestito una frase di Godard che indicò come suo grande rimpianto non aver potuto impedire a Spielberg di realizzare Schindler's List. Ecco, direi che se avessi potuto impedire a Roberto Benigni di girare La vita è bella, l'avrei fatto e sarei stato felice".

È una castroneria storica quella che autorizza a ridere di tutto per sdrammatizzare. Il dramma, e ancor meno la tragedia che per sua natura chiude a ogni speranza, nulla condividono con la risata, e per dirla tutta neppure con il sorriso. A meno che non sia amaro.