AFFABULAZIONI

"Il negoziato credibile per fermare la guerra" di Cacciari & co.


Massimo Cacciari, Antonio Baldassarre, Pietrangelo Buttafuoco, Franco Cardini, Agostino Carrino, Francesca Izzo, Mauro Magatti, Eugenio Mazzarella, Giuseppe Vacca, Marcello Veneziani e Stefano Zamagni hanno sottoscritto un appello per fermare la guerra in Ucraina, già pubblicato pressoché ovunque. E poiché di polemiche ce ne sono state a iosa in direzione degli intellettuali firmatari, ieri sera Cacciari, ospite di Massimo Giletti, ha sottolineato che - pur essendosi beccato del putiniano - continuerà a sostenere le tesi presenti nel negoziato. Ora, con buona pace dei guerrafondai, le argomentazioni esposte sono tutt'altro che risibili e forse sarebbe opportuno prenderle in considerazione, senza ostracizzarle per partito preso.

da ilfattoquotidiano.it:

"La minaccia di un’apocalisse nucleare non è una novità. L’atomica è già stata usata. Non è impossibile che si ripeta. Di fronte a questa minaccia l’opinione pubblica sembra pericolosamente assuefatta. Si diffonde una pericolosa sensazione di inevitabilità e di rassegnazione, o, peggio, l’idea che solo una “resa dei conti” possa far nascere un nuovo e stabile ordine mondiale. Ma oggi nessuna guerra può imporre un ordine sotto le cui macerie non restino il pianeta, i popoli, l’umanità tutta. Non ci si può rassegnare. Ma a una volontà razionale di pace bisogna offrire uno scenario credibile per chiudere questo conflitto, divampato con l’aggressione russa al di là delle gravissime tensioni nel Donbass. Un conflitto che non può avere la vittoria tutta da una parte e la sconfitta tutta dall’altra. Tutti gli attori in conflitto, quelli che stanno sul teatro di guerra e quelli che l’alimentano o non lo impediscono, ne devono essere consapevoli. Riteniamo che i governi responsabili debbano muoversi su queste linee: 1) neutralità di un’Ucraina che entri nell’Ue, ma non nella Nato, secondo l’impegno riconosciuto, anche se solo verbale, degli Usa alla Russia di Gorbaciov dopo la caduta del Muro e lo scioglimento unilaterale del Patto di Varsavia; 2) concordato riconoscimento dello status de facto della Crimea, tradizionalmente russa e illegalmente “donata” da Krusciov alla Repubblica Sovietica Ucraina; 3) autonomia delle regioni russofone di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina secondo i Trattati di Minsk, con reali garanzie europee o in alternativa referendum popolari sotto la supervisione Onu; 4) definizione dello status amministrativo degli altri territori contesi del Donbass per gestire il melting pot russo-ucraino che nella storia di quelle regioni si è dato ed eventualmente con la creazione di un ente paritario russo-ucraino che gestisca le ricchezze minerarie di quelle zone nel loro reciproco interesse; 5) simmetrica de-escalation delle sanzioni europee e internazionali e dell’impegno militare russo nella regione; 6) piano internazionale di ricostruzione dell’Ucraina".

"Questi possono essere i punti di partenza per un cessate il fuoco. In una direzione simile va da ultimo la proposta di Elon Musk, e da tempo le sollecitazioni di Henry Kissinger a una soluzione che nel rispetto delle ragioni dell’Ucraina offra una via d’uscita al fallimento militare di Putin sul terreno. Sono le linee più credibili di un negoziato possibile e necessario, anche per l’unica Agenzia mondiale all’opera davvero per la pace, la Chiesa di Roma. Questa soluzione conviene a tutti, anche all’Occidente e in particolare ai Paesi dell’Ue, i più minacciati dall’ipotesi di un disperato attacco nucleare russo. E all’Ucraina stessa, se non vorrà essere la nuova Corea nel cuore dell’Europa per i prossimi 50 anni".

Quattro giorni fa Massimo Cacciari, a conclusione della lezione magistrale tenuta all’università dell’Insubria di Varese, ha spiegato:

"Per mettere fuori legge la guerra sarebbe necessario che uno Stato anzi, ogni Stato, assumesse nella Costituzione la necessità, non l’opzione, di perseguire ogni forma di dialogo, escludendo la guerra, nella risoluzione dei problemi. E questo sarebbe il primo passo. E dovrebbe farlo anche l’Europa, che al momento non è una casa comune. Casa comune che va costruita sui principi dei padri fondatori: solidarietà e sussidiarietà. Solo così potranno nascere gli Stati Uniti d’Europa, ma soprattutto quel soggetto politico unico e che potrebbe esercitare un ruolo di mediatore in una situazione come il conflitto ucraino".

Putiniano o lungimirante?