La mia NONA previsione è che la Russia, per ogni sconfitta subita, avrebbe accresciuto la violenza degli attacchi e così è stato: “Per ogni proiettile subito – avevo detto – la Russia ne sparerà dieci e la pace si allontanerà anziché avvicinarsi”.
La mia DECIMA previsione è che la politica occidentale, “diplomazia zero, armi e basta”, avrebbe sirianizzato la guerra. Non ho mai previsto che la guerra sarebbe stata di breve durata, al contrario, ho previsto che sarebbe durata a lungo. Tale è il significato della frase “sirianizzazione della guerra”. È falso che abbia previsto che la Russia non avrebbe subito sconfitte. Non ho mai fatto tale previsione.
La mia UNDICESIMA previsione è che la strategia “diplomazia zero, armi e basta” avrebbe accresciuto il rischio del lancio dell’arma nucleare tattica. Tale rischio è cresciuto eccome. L’intelligence americana ha fatto trapelare, tramite New York Times, di avere intercettato un gruppo di generali russi che discutevano “dove e quando” lanciare le armi nucleari tattiche.
La mia DODICESIMA previsione è che a Kherson ci sarebbe stato un massacro poiché la Russia avrebbe combattuto per mantenere la città. Dopo i festeggiamenti iniziali, Kherson è sotto le bombe: “La Federazione russa ha iniziato a bombardare sistematicamente Kherson dalla riva sinistra”, scrive su Twitter Mykhaylo Podolyak, consigliere di Zelensky. Alcuni ucraini sono stati uccisi mentre erano in fila per il pane, mentre le autorità di Kiev annunciano l’evacuazione di tutti i civili per ripararli dal massacro. Come avevo anticipato, il problema di Zelensky non è soltanto riconquistare Kherson, ma anche mantenerla.
Alessandro Orsini