AFFABULAZIONI

"Il diritto alla moda" della compagna di Soumahoro e quello di glissare della sinistra


Posto che il deputato Aboubakar Soumahoro non è indagato perché l'attività investigativa riguarda la sua compagna e la di lei madre (sarebbe improprio definirla suocera), è assordante il silenzio, giusto per usare un ossimoro di nessuna originalità, che connota tanta parte della tv schierata a sinistra. Con buona pace del "diritto alla moda" della compagna di Soumahoro - come dallo stesso ribadito all'indomani dello scandalo - è altresì un diritto di Bianca Berlinguer, di Roberto Saviano e di tanti altri tacere? Direi di no perché fanno informazione, e dunque non dovrebbero ergersi a paladini della barbarie che strizza l'occhio alla partigianeria (sì, lo so, non viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma possiamo sempre lottare per miglioralo, giusto?). Solo Massimo Giletti, ieri sera, ha posto in primo piano - dopo la parentesi compassionevole dedicata a Memo Remigi - la vicenda del deputato che passerà alla storia per aver varcato la soglia del Parlamento con gli stivali di gomma. Simbolo e metafora di una storia che era troppo bella per essere vera.

Scrive Corrado Formigli:

"Non conoscevo Aboubakar Soumahoro prima dell'intervista a Piazzapulita. Quando l'ho incontrato a pochi secondi dalla fatidica lucetta rossa che segna l'inizio della diretta, ho pensato: quest'uomo è completamente solo. Attaccato e deriso dalla destra, abbandonato di colpo dalla sinistra, Aboubakar era all'improvviso divenuto un'icona al rovescio, un uomo nero senza più alcuna verità (...) Troppo facile - dicevo fra me e me - accanirsi adesso, mancare di rispetto all'eroe nella polvere ".

Tipica ipocrisia di sinistra, caro Formigli.