AFFABULAZIONI

GIANLUCA VIALLI l'ultima partita


Era nell'aria come una certezza minacciosa. Mancava solo la data che da stamattina c'è:

Gianluca Vialli (1964-2023)

Non leggerò le cronache altrui, neppure quelle dei più titolati che diranno egregiamente del campione. A me bastano le parole di Vialli, dell'uomo dietro le quinte che si è ammalato di cancro al pancreas.

"Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunatoCerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. E mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo". E ancora:

"La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita (e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno) è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh… Spero di vivere il più a lungo possibile, però mi sento molto più fragile di prima".

Aggiungo soltanto che Gianluca Vialli può essere inserito a pieno titolo tra gli eroi della domenica popolare, quella bella ed entro certi limiti sana, apprezzata persino da chi il calcio non lo sopportava. Ne so qualcosa avendo avuto in sorte un fratello juventino. Ed è forse a causa sua, di mio fratello, che questo addio mi commuove.

foto: l'abbraccio tra Vialli e Mancini ci ricorda che avere un amico è una delle fortune più grandi che possono capitare. Un motivo in più per amare la vita.

Una volta fuori dalla natura non assumerò mai più

La mia forma corporea da una qualsiasi cosa naturale

Ma una forma quale creano gli orefici greci

Di oro battuto e di sfoglia d'oro

Per tener desto un Imperatore sonnolento;

Oppure posato su un ramo dorato a cantare

Ai signori e alle dame di Bisanzio

Di ciò che è passato, o che è, o che sarà.

W. B. YEATS