Dante fu grandioso nell’immaginarne la casa e gli sventurati che vi dimorano, ma per eccellente che sia il resoconto del sommo poeta, la triste realtà è che il diavolo vive su questa terra e non ha nessuna intenzione di andarsene. Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Italo Calvino e leggerne non dico l’opera omnia ma almeno qualche pagina potrebbe essere consolatorio. Ovviamente Calvino non ha scritto con l’animo di un frate, ma pensando al diavolo, a quel qualcosa che si mette di traverso anche solo per seminare discordia, mi è tornata in mente una pagina che apre alla speranza. Quella di escludere il ricorso alle intelligenze artificiali per trovare compagnia.
«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.» Italo Calvino, Le città invisibili
Illustrazione di Gustave Doré
Credo che ogni riferimento a persone e/o fatti, soprattutto recenti, sia volutamente casuale….. 😉
E per la prima volta sei in errore, non pensavo a individui molesti 🙂
anche se poteva starci.
e vabbè, dai, sbagliare è umano…. Almeno una volta! Con buona pace delle interpretazioni soggettive.
Credo di non essere d’accordo con Calvino, scrittore che, peraltro non ho amato.
il buon Italo ci aveva visto giusto, ancora una volta…
tra l’altro è una verità alla portata di tutti, eppure a certuni resta ostica 😉
niente di nuovo sotto il sole, anzi, mi sarei meravigliato del contrario….