AFFABULAZIONI

Conte, o dell'arte di arrampicarsi sugli specchi


Archiviate le polemiche sulla vacanza ampezzana? Non esattamente, perché ieri sera su Rete4 Giuseppe Conte è tornato sull'argomento chiarendo che:

"La questione è molto semplice: ho raggiunto per Capodanno la mia famiglia che era a Cortina, per non rimanere solo a Roma, dove ho lavorato fino al 30. Ipocrisia? Non credo proprio, perché se c'è una cosa che mi caratterizza è la massima trasparenza per tutte le questioni e le polemiche. (...) Se c'è la mia famiglia a Cortina la raggiungo, pagando di tasca nostra, e credo che non ci sia nessuna colpa, nulla di cui giustificarsi".

È evidente che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, giacché nessuna persona sana di mente gli ha contestato i giorni a Cortina proprio perché pagati di tasca propria. Ma la questione è un'altra: non può continuare a essere il portavoce delle rivendicazioni dei poveri, se appartiene a un altro mondo. E proprio su questo punto, sornione ha detto:

"C'è la convinzione che chi si batte per le fasce più deboli debba avere un reddito di cittadinanza ricompreso in quelle fasce".

C'ha provato Giuseppi a persuadere, a lasciare sullo sfondo la lussuosa scenografia di Cortina, riproponendosi per l'ennesima volta come anima candida. Perché lo spaesamento generato dall'operare in dissonanza da ciò che si è, è degli altri, mica suo.

P.S. Chissà cos'ha pensato della sentenza del tribunale di Milano che ha etichettato come "illegittimi i Dpcm varati dal governo Conte prima e da quello Draghi dopo". Ovviamente non avrà fatto un plissé, preso com'è a opporre resistenza alla verità. Quella di cercarsi un'altra causa per cui battersi, perché l'attuale è già persa.