Jennifer Lopez è la nuova global ambassador di Intimissimi, e nel video per la campagna del brand la si può ammirare, capelli sciolti e fede al dito, mentre sorseggia un caffè disinvoltamente avvolta in kimono e lingerie rosa. Se sulla scelta della star latinoamericana non c'è nulla da obiettare (bellezza e sexiness sono il suo marchio di fabbrica), molto ci sarebbe da dire su una frase di Matteo Veronesi, amministratore delegato di Intimissimi: "Desideriamo che tutte le donne vivano una vita appagante e si sentano realizzate, giorno dopo giorno, proprio come lei".
Ora, che una donna possa sentirsi più sicura di sé coprendo centimetri di pelle di pizzi e seta, è uno stereotipo che ha fatto il suo tempo. Ben vengano voluttà e sensualità purché espressione giocosa e accattivante di una seduzione non pianificata a tavolino (per quella ci sono le mercenarie). Ma se la lingerie è l'ennesima trasposizione in salsa rosa di un sistema patriarcale impermeabile al mutare dei tempi, allora l'operazione Intimissimi è indigeribile, perché lungi dal muoversi nel campo dell'onirico, si traduce in farsa. A chi giova? Indovinate un po'.
P.S. Donne, comprate l'intimo sulle bancarelle o nella grande distribuzione, basta che il filato sia naturale. E tenetevi stretto il vostro mistero. Che arma di seduzione più efficace non c'è.