AFFABULAZIONI

VECTOR FACES (e non chiamatele testimonial)


Poiché è statisticamente provato che vediamo giornalmente centinaia di facce sul telefono - delle quali però non conserviamo memoria, le maison che si occupano di bellezza stanno cercando di superare il concetto di testimonial a favore di un più contemporaneo vector faces che, in linea teorica, veicolerebbe un messaggio subliminale di maggiore impatto. Se si è a conoscenza di questa operazione di marketing, non sorprende la scelta di Chanel che, per la fragranza Coco Mademoiselle, ha optato per Whitney Peak, prima ambassador afro-discendente; e non stupisce neppure Dior che invece si aspetta grandi numeri da Jenna Ortega, fresca del successo planetario della serie Mercoledì. Ovviamente, non è stata dimenticata la fetta di mercato tra le più trendy, quella dei transgender: a loro ha pensato Mugler confidando nell'appeal dell'attrice transgender Hunter Schafer. Strategie di mercato ineccepibili ma con data di scadenza, perché la saturazione digitale trae soddisfazione dal momento. Tuttavia, al di là della contingenza dei tempi, sarà interessante scoprire fino a quale assurdo ci spingeremo pur di poter parlare di novità, dal momento che è davvero arduo capire qual è la differenza tra testimonial e vector face.