AFFABULAZIONI

Michela Murgia, che sa dire le cose come stanno


In un'intervista al Corriere della Sera, Michela Murgia ha rivelato di avere un carcinoma renale in stadio avanzato:

"Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello. Dal quarto stadio non si torna indietro".

Piana e chirurgica.

"Il cancro non è una cosa che ho; è una cosa che sono. Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale. Non lo chiamerei mai il maledetto o l'alieno".

Assenti le espressioni banalmente enfatiche che sono diventate la consuetudine delle narrazioni di questo tipo.

"Meglio accettare che quello che mi sta succedendo faccia parte di me. La guerra presuppone sconfitti e vincitori; io conosco già la fine della storia, ma non mi sento una perdente. La guerra vera è quella in Ucraina. Non posso avere Putin e Zelensky dentro di me".

Esatto, le trame destinali non prevedono perdenti.

"Spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio".

Su questo punto mi unisco all'augurio che le ha fatto la stessa Meloni:

"Io spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo. Forza Michela!"

Andate a scuola di non retorica da Michela Murgia, please.