Qualcosa di cui sparlare

Se fosse una fiction, considereremmo inverosimile la decisione di Twitter di sospendere l’account di Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico. E invece è andata proprio così. E dire che il nostro si era pure preso la briga di tradurre il primo messaggio, all’indomani dell’insediamento nel nuovo incarico, anche in arabo e persiano: «Pronto e pienamente occupato a impegnarmi con gli Stati membri, le istituzioni dell’Ue e ciascuno dei nostri partner nella regione. C’è così tanto in gioco e così tanto da fare, attraverso un dialogo sincero e di rispetto reciproco. Per la nostra sicurezza e prosperità condivise».

Ora sono due le cose che vorremmo sapere: il perché della censura e soprattutto per quale motivo Josep Borrell ha scelto proprio Di Maio per ricoprire un ruolo che non reputo alla portata di tutti. Così come non reputo corretto sparare sulla Croce Rossa, ma tant’è…

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Qualcosa di cui sparlareultima modifica: 2023-06-02T16:26:20+02:00da VIOLA_DIMARZO

19 pensieri riguardo “Qualcosa di cui sparlare”

  1. Confesso che la carriera di quest’uomo rappresenta per me uno dei fenomeni più inspiegabili di cui abbia contezza.
    Il fatto che un individuo così manifestamente privo dei necessari requisiti abbia rappresentato per un periodo (neppure brevissimo) il nostro Paese in qualità di capo della diplomazia – dopo altre poltrone ministeriali – continua ad essere un enigma se si cerca di spiegare la sua parabola in ragione di criteri razionali.
    Certo, di incapaci ne circolano tantissimi, e in tanti si sono ben accasati grazie alla politica. Costui in particolare tuttavia mi procurava un misto di incredulità, imbarazzo e disagio ogni volta che lo vedevo interloquire in veste ufficiale con personaggi dal ben diverso pedigree.
    Del resto, diceva Salvemini che la classe politica è per il 10% migliore, per il 10% peggiore, per l’80% uguale al Paese che rappresenta.

  2. Secondo me si è creato un cortocircuito nei criteri di giudizio sia da parte di chi si pone nella veste di semplice osservatore, sia da parte di chi opera delle scelte. Ma il problema è sempre a monte, la scuola non assolve più il suo compito perché ha le mani legate e di conseguenza i prof sono demotivati. Se non torniamo a far trionfare un minimo di serietà, non dico rigore da vecchio collegio, ma serietà come quella cui siamo stati usi, e non siamo dei centenari, da tutto questo non ne usciamo più. Anche la Chiesa, ad esempio, dovrebbe tornare a fare la Chiesa e chiedere ai suoi fedeli “o dentro o fuori”. Idem per tutte le altre istituzioni, imprescindibili serietà e rispetto per la causa che si abbraccia.

  3. In perfetto stile 5 stalle…. Non dimentichiamoci chi sono e da dove vengono. Tra le tante foto ufficiali memorabili, ne ricordo una accanto a Lavrov!

  4. Ineccepibile.
    Eppure di questi tempi chi vuol patrocinare la causa della serietà e del rigore pare che venga fatalmente bollinato come fascista.
    Appartengo orgogliosamente a questo club! 🙂

  5. Attenzione a non fare confusione. Alla categoria che tu indichi (serietà e rigore) appartengono quei vecchi comunisti legge ed ordine. Diversamente da coloro che si atteggiano a fascisti nostalgici e demodé, fuori luogo e fuori tempo massimo.

  6. Educati a considerare la politica una missione vediamo che nella migliore ipotesi essa e’ per i più un lavoro, o un secondo lavoro,essendo il primo quello di arraffare ed accaparrarsi posizioni di rispetto. Penso che la vicenda rientrerà subito e non costituirà che un temporaneo inciampo, attendo la prima fotografia del Gigino in kaftano. (Mi piacerebbe vederlo invece sudare nei dintorni di Doha in doppiopetto e cravatta)

  7. Mah…in tutta onestà devo dirti che di vecchi e/o veri comunisti convinti non ne ho mai conosciuti personalmente, per ragioni forse sia anagrafiche che territoriali. Di un paio di casi mi parlarono i miei genitori, e uno lo ricordo in particolare; era il nostro (bravissimo) medico di famiglia, le cui convinzioni politiche, dopo un viaggio nell’allora URSS si modificarono notevolmente.
    Di vecchi che avevano vissuto il ventennio, e che avevano anche combattuto, ne ho conosciuti invece vari, e i loro ragionamenti in relazione a quel periodo possono sintetizzarsi in questi tratti: l’errore della guerra e delle leggi razziali, le riforme utili per lo Stato e per il territorio, il funzionamento ordinato di istituzioni e strutture. Ecco a cosa mi riferivo con i concetti di serietà e rigore. Quale fosse il senso di queste due parole dal punto di vista comunista, come ti dicevo, non l’ho mai potuto acclarare.

  8. Perché in Italia abbiamo avuto una dittatura fascista, non comunista. Sui ripensamenti, beh, quelli sono bipartisan. Basti ascoltare chi si è recato nell’ex Jugoslavia o a Cuba o nei paesi sudamericani ai tempi delle dittature di destra sponsorizzare dagli USA repubblicani. Nel nostro caso, purtroppo il regime del ventennio sciupò tutto con le leggi fascistissime e la guerra. Cose non da poco…. Altro che treni sempre in orario!

  9. È anche un’ Istituzione, con uno Stato, il Vaticano, e un governo teocratico. Un potere, sia spirituale che temporale. Riguardo l’ateismo, i teologi più bravi lo sono, come quelli agnostici. Ben altra cosa sono il bigottismo e l’ignoranza.

  10. Sulla vulgata dei treni in orario mi hai rammentato un filone battutistico con asserzioni di segno opposto: chi sosteneva che fosse l’unica cosa che funzionava in quel periodo e chi ribatteva che almeno c’era qualcosa che funzionava a dovere…:)

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