Ernesto Ferrero e la democrazia degli incolti

Ernesto Ferrero compie 80 anni. Auguri al signore dei libri - Corriere.it

Direi che della sottocultura imperante ne abbiamo piene le tasche; quindi, riporto alcune considerazioni di Ernesto Ferrero  di ben altro tenore. Sono tratte da un articolo di Cristina Taglietti.

“La povertà del dibattito delle idee è spaventosa. Non vedo grandi opere, grandi autori, grandi maestri riconducibili a una certa idea politica. Navighiamo tutti a vista, poveramente. Meno male che abbiamo ancora qualche maestro di etica come Claudio Magris, un Massimo Cacciari che ogni tanto s’arrabbia e ne spara una delle sue, per il resto mi sembra di camminare su una spiaggia dove la tempesta ha ammucchiato detriti”.

A Magris torno sempre, lo trovo eccellente. Cacciari, sprecato nel salotto di Lilly Gruber, meriterebbe uno spazio tutto suo in tv. Se solo la Rai la smettesse di inseguire le linee editoriali dei canali commerciali. Fa eccezione Rai Cultura ma non basta.

“Tutto è frammentato, superficiale, ridotto a battute. Non siamo mai stati il Paese della complessità ma adesso c’è una banalizzazione preoccupante, mentre i problemi sono sempre più complessi. È caduta la capacità di visione, di progetto, di guardare al di là dei prossimi tre mesi […] Le stesse categorie di fascismo e antifascismo non esistono più, non vogliono dire niente, sono completamente svuotate. È inutile che continuiamo a sbattercele in faccia”.

Quando lo capiranno i sinistri – orfani della loro presunta egemonia culturale – che imperniare lo scontro dialettico su fascismo e antifascismo poggia su una logica strumentale che non convince più nessuno?

“La crisi mondiale è una crisi culturale, e intendo cultura nel senso più esteso. Sono scomparsi il gusto dell’approfondimento, il senso della fatica, il lettore cerca di non fare sforzi, gli va bene l’italiano basico. Questo poi si vede bene nelle classifiche dei libri più venduti, che sono assolutamente agghiaccianti, la vera letteratura si sta rigirando nelle riserve. C’è un rifiuto di affrontare la complessità. Non abbiamo ancora capito che un Paese vale per quello che sa. Il problema è la povertà educativa, il primo investimento dovrebbe essere la scuola. Tutto questo è anche un tremendo problema politico: che democrazia è la democrazia degli incolti che non hanno gli strumenti concettuali per interpretare ciò che succede e si fanno orientare dalle menzogne più assurde meglio congegnate? Tutto questo ora si vede in maniera drammatica nel balletto intorno al Pnrr: non ci sono gli uomini, non ci sono le competenze”.

Dove devo firmare?

Ernesto Ferrero e la democrazia degli incoltiultima modifica: 2023-06-06T16:43:59+02:00da VIOLA_DIMARZO

6 pensieri riguardo “Ernesto Ferrero e la democrazia degli incolti”

  1. Prima che dalla scuola, svuotata di autorità e di significato autentico si riparte dal buon senso, e non prima di avere toccato il fondo: fondo dal quale molti, probabilmente i più , non si risolleveranno. Sarà una armata Brancaleone di gente per bene a riscattare il maltolto? Chissà, nutro poca fiducia perchè il fondo e’ ancora drammaticamente lontano e la folla si accalca per toccarlo.

  2. Panfilo, lo avrei tolto comunque quel commento però ogni tanto permettetemi che mi tolga qualche sassolino dalla scarpa, va bene fare la signora ma non mi sembra giusto incassare sempre. Comunque, fossero quelli i problemi della mia vita, ringrazierei ogni giorno il cielo 🙂

  3. Non ho mai creduto alla storiella dell’appannaggio culturale da salotto sbilanciato da una sola parte. Spesso è proprio a manca che manca, come pure il falso mito destrorso del non voto. Qua non c’è nulla di ancestrale, immutabile ed atavico, credo trattasi dei soliti portatori di leggende metropolitane del passato.

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).