AFFABULAZIONI

Terronia fa stato a sé


Stamattina ho incrociato una coppia attempata e ben abbronzata la cui componente femminile ricordava, per trucco e parrucco, la Loren dei seventies. Vivace e querula, interrogava il marito: "Ma perché qui nessuno usa le cinture? guarda guarda tutti senza cinture!". Sopraffacendo la mia naturale ritrosia, mentre cercavo di infilarmi tra i tavolini di un dehor e loro, le ho spiegato: "Signora, qui le cinture non le abbiamo mai usate, neppure quando "all'inizio" i vigili multavano di tanto in tanto qualcuno per apparire zelanti". E lei: "Sa, noi abitiamo a Padova e tutti allacciano le cinture, per noi è normale". "Immagino", ho detto di rimando, sorridendo con rassegnata consapevolezza. A quel punto il marito, come temendo che la moglie fosse stata troppo puntigliosa, ha detto: "E poi questi incroci... sono tanti e stretti, sono pericolosi". Ci siamo salutati convenendo che certi meccanismi non hanno spiegazione e che vanno accettati come dogmi.

Ora, ai forestieri in visita al sud andrebbe inviato un messaggio di Alert come quello che oggi alle 12 è arrivato a tutti gli italiani. Perché Terronia è una terra fiera della propria inciviltà e poco incline ad adeguarsi all'ortodossia, a meno che non arrivi da un fenomeno alla moda. Basta pensare che i più anziani tra noi, quando arrivano sotto casa, suonano il clacson per dire "cala la pasta".