AFFABULAZIONI

Il Male


Che in molti non credano nell'esistenza del Male è un dato acclarato. Eppure basterebbe guardare allo scenario belligerante del Medio Oriente o alla putrescenza della guerra in Ucraina (solo per citare i fronti più caldi) per convincersi del fatto che il Male non solo esiste, ma si incarna con tanto di nome e cognome ovunque si senta a suo agio. Uscendo dal contingente è altresì vero che il Male non disdegna di rubare le generalità di uomini e donne non destinati a essere annoverati negli annali della Storia, e lo fa deprivandoli dell'empatia e della compassione verso l'altro, per poi riempire il vuoto creato con dosi significative di ferocia che, qualora traslate in un horror, farebbero più impressione dei corridoi dell'Overlook Hotel.

In questi giorni si discute del 17enne che ha massacrato una 42enne conosciuta con la complicità di un porto franco social. Una bisunta pletora di esperti si è affrettata a fornire, del delitto, chiavi di lettura dalle conclusioni che non soddisfano la somma delle parti. E come potrebbero? C'è un abisso tra l'identità dell'assassino e la rappresentazione che dà di sé. E questo è a ben guardare uno dei capolavori del Male, fresco tra l'altro, nella senescente Europa, di grandi soddisfazioni elettorali in Austria, e di un insulto a Liliana Segre che se non fosse tragico farebbe ridere assai.

Immagine: Balthus, La rue

"Avete mai pensato agli specchi? Forse sì. In bagno, magari, nella quiete della domenica sera, mentre vi dedicavate a una di quelle operazioni personali di cui non si parla mai. Magari vi stavate tagliando i peli che crescono negli umidi, oscuri recessi delle narici. Unico rumore, quello delle forbicine.

Spero non vi imbarazzi se vi parlo con tanta franchezza. Tenete presente che non sono più una bambina: sono una giovane donna. Me lo dice lo specchio, e me lo dicono gli occhi degli uomini. Quando ero piccola, ho visto James, il fratello di mio padre, spostare lo sguardo dal nostro cane a me senza cambiare espressione. Presto gli ho insegnato a guardarmi come non guardava nient’altro.

Ma parlavamo di specchi. Che cosa fareste se non ci fossero? Sareste convinte della vostra bellezza o del vostro fascino così poco convenzionale se lo specchio non vi rassicurasse cento volte al giorno? C’è anche il caso che vi imbrogli: la vostra pelle potrebbe non essere poi così levigata; la curva sensuale e perfetta del vostro labbro inferiore potrebbe dare segni di cedimento su un lato e rovinare tutto. Proprio non c’è modo di sapere se lo specchio vi mostra quello che vedono gli altri o quello che siete davvero.

Se ci avete pensato bene, saprete che gli specchi sono oggetti misteriosi. Entrate in camera vostra, stasera – magari a lume di candela –, e sedetevi da brave davanti al grande specchio: forse vedrete quello che ho visto io. State lì, tranquille, senza guardare né il vostro riflesso né lo specchio. Forse vi accorgerete che l’immagine non è la vostra, ma quella di una persona eccezionale vissuta in un altro tempo." Ken Greenhall Elizabeth