Troverò le risposte nel vento

Salvini e Borghi contro Mattarella, "Festa della repubblica italiana non dell'Europa" - Area C

In un’epoca in cui ci riempiamo la bocca di parole come libertà e democrazia, dovremmo ragionare sul perché l’esternazione di Claudio Borghi ha suscitato tanto scompiglio. Analizziamo i fatti: un uomo comunemente percepito come uno che le spara grosse ha detto la sua o, se preferiamo, un’altra delle sue. Tutto qui. Suvvia, un po’ di sano pragmatismo, non saranno le parole di un senatore con credenziali pari a zero a spalancare scenari sinistri. Parimenti, non sono riuscita a capire l’interesse suscitato da Ultimo, sul quale si sono accesi i riflettori perché ha detto che i trentenni non si interessano di politica e non vanno in chiesa. Sconcerto stupore meraviglia riuniti in un coro da magnificat: per un giorno il nuovo Messia è stato lui, eppure io queste cose le sapevo già. Impazzimento generale: è da questo stato di esaltazione che saremo accompagnati fino al prossimo week-end. Ma non sarebbe male se ad accompagnarci alle urne fosse la canzone di Dylan rievocata da Salvini. Un altro che le spara grosse, certo, ma almeno in questa occasione ha avuto ragione.

Per sempre Yanez

Yanez de Gomera - (Philippe Leroy) | Personaggi famosi, Personaggi, Cappelli

Circonvoluzione mnemonica. Altri luoghi altri tempi. Non necessariamente migliori, solo diversi. Col televisore in condivisione. E se la Rai era l’unica opzione possibile, allora bisognava trovare un compromesso. Mio fratello ed io ne trovammo uno in Sandokan. Lui ne fu così rapito da trasformarsi in tigre di Mompracem per Carnevale. Io, invece, mi guardai bene dallo scimmiottare la bellezza della perla di Labuan avendo già chiari i miei limiti. Che Philippe Leroy riposi in pace. E con lui questa bella pagina della mia infanzia.

P.S. Col sesto senso animale che ci abita fin da quando somigliamo a girini, trovavo Yanez sexy se pure in maniera asettica, ché la sessualità era ancora al guinzaglio. Sandokan invece no, non lo trovavo sexy. Poggiava su canoni intrinsecamente percepiti come pacchiani.

Grande

Morto Franco Battiato, maestro tra note e spiritualità

Sospettoso verso ogni forma di convivenza, non a caso terminò i suoi giorni da asceta, Franco Battiato raccontò: «Una volta pensai che fosse arrivata la persona giusta e per qualche mese stetti al gioco. Una mattina esco di casa, la saluto, scendo, compro tre yogurt e poi appena rientro vado a fare una doccia. Una volta uscito apro il frigo e degli yogurt non c’è traccia. Li aveva finiti tutti. Ora, se ne avesse lasciato almeno uno, avrei avuto un appiglio a cui attaccarmi. Ma spazzarli via era un manifesto di egoismo: mi fece capire che tra noi non poteva funzionare».

Non sono una fan di Battiato, ma ora che le urgenze morbose sono state accantonate e l’amore è tale solo se non è complicato, mi riconosco in lui. E se talvolta gioco a scacchi con la solitudine, beh, non mi insospettisco più.