La verità, vi prego, sull’amore

   “C’è chi ostenta di aver molto amato e chi si accusa di essere incapace di amare. Entrambe le dichiarazioni, anche se sincere, hanno spesso una teatralità sospetta. Ci sono tante storie d’amore al mondo – appassionate, struggenti, violente, pacchiane – ma forse pochi veri amanti. I più inaffidabili – quasi sempre in buona fede come tutti gli imbonitori, infervorati e immedesimati nella loro parte quando rifilano una patacca di qualsiasi genere, anche sublime – sono forse i cuori sempre in preda alla passione che li inebria e li strazia, coloro che sentono fortemente e poeticamente la seduzione di tutta la vita e il suo vorticoso fluire e s’innamorano di ogni fiore nella sua trascolorante fioritura, di ogni volto incantevole e di ogni sorriso fuggitivo, come ci si innamora della luce del meriggio, del canto delle cicale, dei primi bucaneve”.

Claudio Magris

La verità, vi prego, sull’amore

   Spesso nelle dinamiche amorose, o presunte tali, il luccichio della promessa surclassa ogni anelito al buon senso; ecco perché Magris paragona certi amanti a degli imbonitori, sottolineando la dinamica oltraggiosa sottesa in ogni loro parola e azione. Valga dunque come manifesto dell’amore il Sonetto 116 di Shakespeare, perché quando due amanti sono legati da quel vincolo possono dirsi certi d’essere destinati all’atemporalità.

Amai

Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica, difficile del mondo

Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.

Umberto Saba

 

Ode della gelosia

Mi sembra pari agli dei

quell’uomo che di fronte a te

siede, e da vicino ti ascolta

mentre tu dici dolci parole

 

e amorevole sorridi. Davvero a me questo

il cuore fa sussultare nel petto:

non appena per un attimo ti guardo

non ho più voce,

 

la lingua è rotta, fuoco sottile

subito è diffuso sotto la pelle,

con gli occhi nulla più vedo,

un rumore mi ronza nelle orecchie,

 

sudore freddo mi avvolge.

Un tremito tutta mi prende,

sono più verde dell’erba,

mi sento poco lontano dalla morte

ma tutto bisogna sopportare.

Saffo

Sonetto 116

Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento,
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

William Shakespeare