I “Diari di Wuhan” da una sedia di tortura a dondolo

Badiucao, il "Banksy cinese" che sfida il regime dipingendo con il sangue - la Repubblica

L’artista dissidente cinese Badiucao, su una sedia di tortura a dondolo, ha letto a Brescia alcune pagine dai “Diari di Wuhan”, raccolta di mail ricevute da amici e conoscenti che abitavano a Wuhan nella prima fase della pandemia, quando il resto del mondo pensava che non ne sarebbe mai stato interessato. Sono racconti di vita quotidiana, ma soprattutto del modo in cui il Governo cinese gestì le informazioni sul Covid, prima censurando la realtà e poi arrivando a intimidire, tra gli altri, il medico Li Wenliang, il primo a dare l’allarme sul nuovo coronavirus. La performance di Badiucao si inserisce nella mostra La Cina (non) è vicina, con buona pace della lettera inviata dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese alla Città di Brescia, in cui si invitava a cancellare la mostra. Tra le altre cose, in merito alla produzione del Banksy cinese si legge: “Le opere che espone sono piene di bugie e mettono in pericolo le relazioni Italia-Cina“. Così tipico dei regimi totalitari da risultare banale il solo fatto di sottolinearlo.

Alcune opere di Badiucao.

No I Can’t No I Don’t Understand

Xi’s going on a bear hunt

Badiucao, Love Always Wins (2021; stampa digitale, 100 x 80 cm)

Love Always Wins