Estetista Cinica, al secolo Cristina Fogazzi, bresciana di 47 anni, ha fondato VeraLab, un impero di beauty care da 50 milioni di euro per il quale i fondi americani hanno chiesto, inutilmente, la cessione del 30%. Sui social è diventata virale grazie alle vignette intrise di cattiveria ironica, ma solo per spronare le donne a prendere consapevolezza e a migliorarsi (parole sue). Il segreto del suo successo? Credo sia ravvisabile in questa dichiarazione: “I social hanno innescato una serie di reazioni. Ma non sono vivi. Sono un inizio. Poi diventano anche una questione di relazioni, vere. C’è una rete sotto la rete. E in quella roba lì c’è qualcuno non capace di tenere insieme i due pezzi, il dentro e il fuori. Io quello lo so fare. E poi la fortuna, certo“. Sarà pure cinica, ma a me questa donna sembra soprattutto intelligente, anche quando tocca una questione che di questi tempi nessuno osa dissacrare. Cito: “I social non sono il palcoscenico per parlare di tutto perché semplificano sempre per eccesso. L’altro giorno sono finita in una discussione (avevo appena partecipato a un evento di un brand di abbigliamento). Accusavano che non producesse in maniera sostenibile. Bene. Se quel brand inizia oggi, 2021, a produrre in maniera totalmente sostenibile sobbarcandosene tutte le spese, vuol dire che – calcolo alla mano di materiale, personale e costi accessori – dovrà vendere un prodotto che oggi costa 25 euro a 150 euro. 150 è quello che devi fare per marginare. Si può fare, ma vuol dire perdere un fascia intera di mercato. Il passo successivo sarà ridurre le unità di personale, lasciando a casa quante persone? Tante, te lo dico io.“. Sbaglia? Non direi. Le battaglie ecologiste sono una cosa, la realtà un’altra. Per ora solo i grandi brand possono farsi paladini della sostenibilità e su questo punto la nostra Estetista è tutt’altro che cinica.