A emergenza finita, riaprirete i balconi?

   Oltraggiati dalle contingenze avverse e costretti a rinunciare anche alla consuetudine ordinaria ma rassicurante della pizza del sabato sera, al pari di tribù primitive dalle quali si differenziano solo perché producono rumore, ballano e cantano sui balconi nell’estemporaneità di un rito comprensibilmente liberatorio. Sarebbe preferibile, tuttavia, restare in silenzio o pregare, tanto più che al risveglio saremo investiti da un’inedita consapevolezza: l’idea di progresso infinito è al tramonto e con essa la società liquida in cui ci siamo crogiolati. Ora, agli allegroni di cui sopra senza dubbio dotati di un buon livello di visionarietà tanto da trasformare i balconi in piccole agorà, si suggerisce, a emergenza finita, di mutare i cori in solidarietà e soprattutto di dimostrare che la quarantena ha insegnato loro a non aver paura della camera di Pascal.

   P.S. Non credo affatto nella possibilità che il Covid-19 possa renderci migliori; non appena si avrà modo di archiviarlo, attingeremo a piene mani a ogni tipo di eccesso. L’umanità dimentica. In fretta.