And the winner is…Mario Draghi!

Draghi riceve il premio "Statista dell'anno" | "Niente ambiguità su autocrazie, è in gioco il futuro"

Al di là del valore intrinseco, che significato ha il riconoscimento ricevuto da Mario Draghi a New York (dove l’Appeal of Conscience Foundation gli ha conferito il premio “Statista dell’anno”)? Me lo sono chiesta  dall’alto della mia ignoranza a colazione, e una risposta grezza me l’ero pure data. Poi ho letto quello che segue e ho dedotto che qualche guizzo buono lo avevo avuto. Dal blog Nebbie e dintorni:

“Se un premier italiano in visita a N.Y., suo luogo di elezione politica, riceve un premio intitolato allo ‘statista dell’anno’ può significare due cose:

a) Che laggiù hanno una curiosa idea di quel che vuol dire essere ‘statisti’. Oppure, se ce l’hanno precisa, è una idea funzionale ai loro interessi di bottega. Il premio ad un commesso fedele alla bottega, per intenderci.
b) Che è stato alla guida dello stato per un anno, più o meno, lasciando la temperie politica e i disastri che ha trovato al suo inizio. Draghi, insomma. Un uomo della Provvidenza matarelliana buono per tutte le stagioni, perfino per la prossima di ottobre – se a quelli del terzo po(l)lo riuscirà la mossa malandrina di mettere i bastoni fra le ruote al governo che ci annunciano i sondaggi.
Draghi, dunque, va all’incasso, a fine servizio, dei suoi preziosi servigi ed inchini di servo della Nato e megafono delle sanzioni alla Russia ed armamenti in gran copia all’Ucraina.
Questa è l’idea di uno ‘statista’ che ci propongono gli americani”.
Un ringraziamento a  Fedechiara, le cui analisi puntuali e chirurgiche non mi lasciano mai indifferente.