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La cattura di Messina Denaro, ecco le foto in cui il superboss firma il verbale del suo arresto

Benché il solo pensiero abbia un che di sacrilego, bisogna ammettere che la morte di Matteo Messina Denaro, ancora per poco tra noi, susciterà un interesse maggiore di quello che sta investendo in queste ore la morte del presidente Napolitano. Repubblica ha pubblicato quanto riportato in un pizzino risalente al 2013, e basta una scorsa superficiale per concludere che a quest’uomo potremmo rimproverare molto ma non potremo mai imputarlo di incoerenza, perché le sue ultime volontà parlano chiaro, il pentitismo non lo riguarda. E nelle spietata pacatezza delle sue parole la sublimazione di sé:

Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato. Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime. Non saranno questi a rifiutare le mie esequie. Il rapporto con Dio è personale, non vuole intermediari e soprattutto non vuole alcun esecutore terreno. Gli anatemi sono espressioni umane non certo di chi è solo spirito e perdono (…) Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità. Chi come oggi osa cacciare e ritenere indegna la mia persona non sa che non avrà mai la possibilità di farlo perché io non lo consento, non ne darò la possibilità”.