I nuovi belli e gli anziani “kinky”

A dispetto dei desiderata comuni che costringono la bellezza in canoni rigidi, è in atto un cambiamento che porterà a percepire il bello secondo un iter affrancato dagli ideali estetici che sono andati sedimentandosi dalla metà dell’Ottocento a oggi. Se la cose andranno come le premesse promettono, la mente percepirà come bella, attraverso un iter empirico, la persona che suscita un’emozione, pur se non appartenente a stereotipi codificati. Del resto non si è sempre detto non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace? Eppure di quella stilla di saggezza è stato fatto scempio, al punto tale che gli adulti convivono con un costante senso di inadeguatezza non percependosi mai all’altezza di certi modelli di irraggiungibile perfezione, mentre giovani e giovanissimi si sentono così brutti da non postare mai una foto senza prima rimaneggiarla, peraltro mettendo in conto di ricorrere al chirurgo estetico appena possibile, e nei casi più gravi facendolo con reiterata perniciosità.

L’inversione di tendenza è già riscontrabile in serie tv e canali mediatici che ancora ieri rifiutavano l’accesso a corpi non esattamente perfetti; la buona notizia è che il percorso di sensibilizzazione sulle tematiche dell’inclusione è in corso a livello globale. Parallelamente sarebbe ora di abbattere l’ultimo grande tabù, ovvero l’esibizione di un corpo anziano in correlazione al desiderio sessuale che fino a prova contraria non ha data di scadenza né mai l’ha avuta. Eppure non se ne parla, con buona pace del corpo che continua a fabbricare umori di un certo tipo…