Quelli della manosfera

Misoginia: significato ed esempi | Studenti.it

Potremmo definirlo pragmatismo social da odiatori professionisti quello che porta tanti uomini a frequentare reti di comunità sessiste online, tutte afferenti alla cosiddetta manosfera, in cui impera il disprezzo per la dignità femminile. Il nome, mutuato da un blog che si autoproclamava New Men’s Club, risale al 2009, ma le radici sono quelle dei movimenti per la liberazione del maschio degli anni Settanta. Nella manosfera spiccano quattro gruppi principali la cui matrice comune è invariabilmente la misoginia. I più insospettabili sono i seduttori seriali (in inglese Pickup artists) che, avvalendosi di tutorial e seminari dal vivo, praticano l’arte della conquista sessuale; per capire di quale sottocultura si parla, viene tirato in ballo il film Magnolia, quello in cui il personaggio interpretato da Tom Cruise proclama: “Rispetta il cazzo e doma la fica”. Di tutt’altra pasta i Men going their own way, ovvero coloro che, aspirando a riprendere il controllo,  si sottraggono a ogni interazione con le donne e si votano al celibato, ma non all’omosessualità che considerano una devianza da cui rifuggire. Poi ci sono i Men’s right activists che si battono essenzialmente per i diritti dei padri separati; convinti che la violenza di genere sia sovradimensionata, chiedono che sia riconosciuta come violenza anche quella perpetrata ai danni degli uomini. Peccato però che gli omicidi in ambito famigliare riguardino nella stragrande maggioranza dei casi le donne. Infine, vanno citati gli incel, i celibi involontari, il cui eroe è Elliot Rodger che prima di suicidarsi uccise sei persone “per punire tutte le donne per avermi privato del sesso”. Gli incel, esasperati dal fatto che le donne non valgono niente e tuttavia non ne possono fare a meno, si percepiscono come appartenenti alla feccia dell’umanità. A differenza dei maschi alfa, spesso ricchi e preferibilmente bianchi, oggetto di tutta la loro invidia giacché s’accompagnano a ragazze bellissime, sentono d’essere condannati a un futuro di solitudine.

Da più parti si invoca la necessità di mettere al bando questi gruppi di odiatori, ma è già stato provato che, se costretti a nascondersi, si radicalizzano in ambiti più “dark” della rete; tuttavia, bisogna trovare il modo di far capire ai giovanissimi che la misoginia non è mai giustificabile. Men che meno quando questi signori cercano di proporsi come vittime della natura matrigna.