La vaccinazione è un intervento medico, il green pass un abuso

A State of Fear by Laura Dodsworth review — a covidiot's guide to the pandemic | Saturday Review | The Times

In aperto dissenso col governo britannico che avrebbe usato la paura come arma psicologica per convincere la popolazione a prestare massima attenzione alle norme anti-Covid, Laura Dodsworth, scrittrice e fotografa inglese, ha pubblicato un libro A State of Fear che è diventato un best seller. Ecco come spiega le conclusioni a cui è arrivata:

“Ho studiato letteratura e linguistica all’università: così ho posto attenzione al linguaggio che i politici usavano, e ho cominciato a riflettere sull’approccio mirato alla paura basato sulla scienza comportamentale. Dalle minute del Sage (il gruppo di consulenza scientifica del governo) relative alla riunione del 22 marzo 2020, il giorno precedente il primo lockdown, emerge l’orientamento che la percezione del livello di minaccia personale dovesse essere accresciuta per garantire l’osservanza delle regole, usando messaggi emotivi che colpissero. Gli scienziati comportamentali sapevano che la gente era consapevole che si fosse tutti a rischio, ma ognuno doveva essere spaventato singolarmente per obbedire al lockdown”.

E sul concetto di democrazia e libertà è ugualmente lineare:

“A volte i politici vogliono fare cose che la popolazione non vuole, ma viviamo in una democrazia, votiamo per i partiti sulla base di ciò che c’è nel loro programma. Se vogliono portare avanti qualcosa che è più difficile, ci dovrebbe essere un dibattito, sui media, in Parlamento. Ma se usi il nudge tu scavalchi il dibattito e il Parlamento, è un modo per far fare di soppiatto alla popolazione ciò che vuoi, invece di passare attraverso il difficoltoso processo democratico”.

Infine sul vaccino:

“La vaccinazione è un intervento medico, non ci dovrebbe essere alcuna coercizione e i vaccini non dovrebbero essere il tramite per partecipare alla società oppure ottenere un lavoro. È una questione di consenso informato. Che cosa facciamo con chi ha obiezioni religiose? O con chi è stato infettato e ha una immunità naturale?”.

A Macron piace il rap ma rimedia un due di picche

Orelsan réagit aux propos d'Emmanuel Macron sur "L'odeur de l'essence"

Dopo l’addio di Angela Merkel sulle note punk di Nina Hagen, Emmanuel Macron, sul solco di un rinnovato interesse di molti politici per la musica, non ha fatto mistero di apprezzare particolarmente il rapper Orelsan perché “è qualcuno che dipinge la società come un sociologo“, suggerendo tra le righe, ma neppure tanto, d’essere solidale con la società francese (sarà perché è di nuovo in corsa per l’Eliseo?). Orelsan non ha fatto una piega ma, poiché un due di picche non si nega a nessuno, in una trasmissione televisiva ha congelato gli entusiasmi di Monsieur le Président con queste parole:

Non è che Macron sta cercando di approfittare della mia popolarità?“, dimostrando così grande coerenza con i suoi testi, apertamente critici nei confronti del sistema elettorale e politico. Lapidario, poi, quando nel brano L’odeur de l’essence canta:

Se il presidente prende la metà dei voti, è perché due terzi della Francia non lo volevano“.