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Autunno mansueto


Autunno mansueto

SALVATORE QUASIMODO

AUTUNNO

Autunno mansueto, io mi posseggo e piego alle tue acque a bermi il cielo, fuga soave d’alberi e d’abissi. Aspra pena del nascere mi trova a te congiunto; e in te mi schianto e risano: povera cosa caduta che la terra raccoglie. (da Oboe sommerso, 1932) .

La similitudine tra l’autunno e la propria condizione – nella sua concezione di vita – viene facile al Premio Nobel siciliano Salvatore Quasimodo (1901-1968): è la solita pena già espressa non solo dallo stesso autore nella celeberrima “Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole. / Ed è subito sera”, ma cantata nel corso dei secoli da Omero a Leopardi, da Mimnermo a Ungaretti.

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FOTOGRAFIA © STOCKSNAP/PIXABAY