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Ipotesi su Barabba


Cosa ne è stato di Barabba

ZBIGNIEW HERBERT

IPOTESI SU BARABBA

Cosa ne è stato di Barabba. Ho chiesto nessuno lo sa Libero da catene uscì sulla bianca via poteva svoltare a destra proseguire dritto svoltare a sinistra girare in cerchio erompere in un canto di festa come un gallo Egli Imperatore delle proprie mani della propria testa Egli Governatore del proprio respiro Lo chiedo perché in certo modo ho preso parte all’affare Attratto dalla folla davanti al palazzo di Pilato gridavo così come gli altri libera Barabba Barabba Acclamavano tutti se io solo avessi taciuto sarebbe accaduto esattamente quello che doveva accadere E forse Barabba è tornato alla sua banda Sulle montagne uccide rapido saccheggia per bene Oppure ha messo su un negozio, fa ceramiche e monda nell’argilla della creazione le mani macchiate dal delitto È portatore d’acqua mulattiere usuraio proprietario di navi – su di una Paolo faceva vela per Corinto oppure – cosa non da escludersi è diventato una spia preziosa al soldo dei Romani Guardate e ammirate il gioco da vertigine del destino su possibilità potenze sorriso della fortuna E il Nazareno è rimasto solo senza alternativa con uno scosceso sentiero di sangue. (da Elegia per l’addio, 1990 - traduzione di Valeria Rossella) .
Il poeta polacco Zbigniew Herbert nelle sue poesie ama presentare i protagonisti da una prospettiva intellettuale che mette in risalto la dignità degli esseri umani, rappresentandoli come inconsapevoli ingranaggi della macchina del destino: è il caso del Barabba raffigurato in questa “Ipotesi”, che ho scelto come personaggio sotto la lente della poesia in questo Venerdì Santo: «Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”» (Mt, 27,15-17).
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ANTONIO CISERI, "ECCE HOMO"
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LA FRASE DEL GIORNO Accettare / ma al tempo stesso / distinguere dentro di sé / e possibilmente / trasformare la materia della sofferenza / in qualcosa o qualcuno. ZBIGNIEW HERBERT, Rapporto dalla città assediata

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