Solitaria bagnante

In quel brivido breve

RAFFAELA FAZIO
SOLITARIA BAGNANTE, L’ANIMA
Solitaria bagnante, l’anima
si arrende alla mano che l’asciuga
dal sonno.

Trema.
E in quel brivido breve
si appaga.

(da A grandezza naturale (2008-2018), Arcipelago Itaca, 2020)

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La poetessa Raffaela Fazio ha riunito dieci anni di poesia in una raccolta che ha intitolato A grandezza naturale: “Si tratta di quelle che, a mio parere, hanno mantenuto l’urgenza iniziale camminando sulla corda tesa, dal passato fino ad oggi” scrive per giustificare la scelta, sempre difficile per un poeta. Questa Solitaria bagnante, l’anima spicca tra le prime, quelle che appartengono alla sezione Il senso e l’andatura, che il prefatore Daniele Barbieri definisce così: “Le cose del mondo vi sono concrete, materiali, e lo stesso vale per gli eventi, ma ugualmente rimandano al tempo, alla vita, all’anima, all’essere”.Bagnante
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FOTOGRAFIA © 1BVV/FONSTOLA
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Come un immenso petalo di magnolia

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ISABEL FRAIRE
COME UN IMMENSO PETALO DI MAGNOLIA
Come un immenso petalo di magnolia
si srotola la luce del mattino

non ci sono case né uccelli
né boschi

il mondo
si è svuotato
c’è solamente luce

(da Solo questa luce, 1969)

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Un mattino d’estate, o forse meglio di fine primavera, quando la luce di giugno pervade ogni cosa, regna cancellando prestissimo il buio della notte e si trascina fio alle tarde ombre del crepuscolo: ma nel mattino, come nota la poetessa messicana Isabel Fraire, si impossessa di tutto.https://cantosirene.blogspot.com/

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FOTOGRAFIA © JOSEALBAFOTOS/PIXABAY

Citazione

Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra. Margherita Hack

Giugno poesie

Poesie per giugno VI

Giugno è il mese della luce: le serate con la complicità del solstizio d’estate sembrano non finire mai, il crepuscolo si spegne lentamente fin quasi alle dieci. Quella luce ritrovata cantano il poeta statunitense Richard WIlbur, che la associa al dono – una pera “Bella di giugno” – ricevuto dall’amata, e il poeta gallese WIlliam Henry Davies, abbagliato dal suo splendore in un campo di ranuncoli.

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RICHARD WILBUR
LUCE DI GIUGNO
La tua voce, nel chiaro mondo dei giorni di giugno,
mi ha chiamato da fuori la finestra. Stavi lì,
leggera ma composta, come nel giusto sguardo,
fisso e lieve, dell’estate incontestata tutte
le cose elevano le loro sembianze nell’aria intatta.

Il tuo amore pareva allora semplice e intero
come la pera appena colta che mi hai lanciato e il tuo viso
nitido come i puntini e le macchie sulla pelle della pera,
che son sempre promessa di buon vino, accanto a un fuoco
screziato, dalle forme più fatali di qualsiasi grazia umana.

E il tuo dono allegro – oh quando l’ho visto cadermi
tra le mani, attraverso tutta quella luce ingenua,
mi è sembrato benedetto dalla verità e da una gioia nuova
come dev’esser stato il primo, più grande, dono.

(da I bellissimi cambiamenti, 1947 – Traduzione di Paola Loreto)

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