gatto nero

 

ieri mi ha attraversato la strada un gatto nero, immediatamente ho pensato che potesse portare  sfiga, istintivamente mi sono toccato le palle ed ho proseguito per la mia strada.

mi sono stupito del mio gesto, sopratutto del fatto che sia stato un movimento automatico, quindi mi sono chiesto quali altre situazioni davano vita a una reazione simile, una reazione totalmente incondizionata.

in realtà io non sono superstizioso, però mi sono reso conto che negli anni per qualcosa la regola “non ci credo ma…” la ho applicata.

da ragazzino, periodo delle scuole medie per intenderci, ricordo che i massimi forieri di sventura fossero le suore e la prinz verde, tanto che ce le si passava con un tocco sul braccio e la frase “tua senza ritorno!!”, per esorcizzare la sfiga bisognava toccarsi o l’orecchio o la fronte.

in età più adulta invece il gesto del toccar ferro, o toccare i gioielli di famiglia, in maniera automatica me lo comportava solo la visione dei carri funebri, però questo non era un gesto involontario era palesemente voluto.

oggi forse l’unica cosa che evito, ma più per gli altri che per me, è l’incrociare le braccia a croce quando ci si saluta stringendosi le mani.

insomma non mi spaventa mettere i piedi nelle fughe delle mattonelle, non mi spaventa passare sotto una scala, non mi spaventa rompere uno specchio, non mi spaventa rovesciare il sale a tavola però se passa un gatto nero, le palle me le tocco!!

gatto neroultima modifica: 2017-06-08T11:45:40+02:00da scrittoreoccasionale