SCOMODA

“Una festa ci vorrebbe”, tanto per rompere la triste monotonia che sembrava non volere abbandonare le sue giornate.

Sofia era stufa, triste e demotivata. Le sue giornate erano tutte uguali: lavoro, palestra o supermercato o direttamente a casa. Ogni tanto un teatro o un apericena, bello! Già,  ma le mancava qualcosa, o meglio qualcuno.
Scomoda, sapeva di essere scomoda e impegnativa, ma non riusciva ad essere diversa. Il suo cervello era sempre in attività e la logica non le mancava. La matematica non era mai stata il suo forte,  ma 2 + 2 era in grado di farlo e come se non bastasse, era molto attenta ai dettagli, a quei piccoli particolari che altri sottovalutano ma che fanno  la differenza. E tutto questo la fregava. E sì, perché a conti fatti viviamo in un mondo di apparenze e bugie e ci si aspetta che tutti partecipino a questo gioco felici e contenti, impegnati a essere i più bravi nella rappresentazione teatrale della vita.
Sofia non era capace di barare, era sincera e diretta e non sarebbe mai riuscita a usare le persone, piuttosto finiva spesso per farsi usare. Probabilmente era il suo lato masochista, perché se ne accorgeva, ma non riusciva ad opporvisi. E così, convinta comunque che è meglio stare da sole piuttosto che male accompagnate, era ancora sola.
E tuttavia non riusciva a non pensare a lui, il responsabile della sua instabilità sentimentale e della sua singletudine, quella di lei ovviamente...
 
SCOMODAultima modifica: 2021-10-29T13:00:29+02:00da panteradicuori