GIOVANNA

Giovanna era triste, ma anche arrabbiata e delusa. Arrabbiata con se stessa e delusa da sè. Ogni volta la stessa dinamica; s’innamorava di un sogno che non si sarebbe realizzato, ma ci investiva testardamente come se tutto dipendesse da quanto lei offriva di sè, da quanto si lasciava trasportare e coinvolgere senza opporre resistenza.

Ma funzionava per un po’, a volte per un tempo lungo altre volte più breve, ma poi il sogno s’infrangeva e lei restava delusa, con gli occhi umidi come una bambina che vede scoppiare il suo palloncino.

Perchè? Perchè non riusciva a restare più in superficie invece di immergersi sempre in profondità, la profondità dell’anima, il luogo più nascosto e prezioso dove trascinava i suoi amori?

Ma lei era così, profonda come il mare e come il mare inquieta e in perenne movimento, alla ricerca di una carezza lieve che dà sollievo, di un abbraccio che rassicura e poi travolge come le onde che improvvise si sollevano e poi si frangono con forza…

Così era lei, un mare silenzioso e calmo pronto a sollevarsi e a travolgere, soprattutto travolgere e sconvolgere.

Ocean literacy

SETA

Sul suo corpo le mani dell’uomo scivolavano lente, leggere come seta.

Lei si beava di quel tocco delicato ma sicuro che piano piano la risvegliava a sensazioni dimenticate.

L’eccitazione prendeva lentamente possesso di ogni parte del suo corpo e montava fino al viso, che sentiva arrossarsi.

Lui l’accarezzava con tocco più profondo, insinuando le dita in ogni piega, in ogni angolo, in ogni apertura incontrasse, così, come se la conoscesse nel profondo e sapesse esattamente quali tasti premere per farla rilassare e poi perdere il controllo.

E lei lasciava che le sue membra si abbandonassero seguendo il ritmo che lui sapientemente gli dava. Il respiro si faceva più veloce mentre i due corpi si univano in un amplesso senza controllo, intreccio di gambe, braccia e mani audaci, ricerca e  aggancio di lingue, sapori e odori nuovi…

E alla fine la trasformazione in delicatezza, baci leggeri e corpi abbandonati tra le lenzuola, mentre la luna curiosa vegliava sui due amanti.

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DESIDERIO

Buio…
attesa…
speranza…

Voglia incomprensibile 
                                                di te
                                                         della tua pelle
dolcemente accarezzata
                                                  dalle mie mani
graffiata e poi leccata
                                             lentamente
assaporando il gusto
                                           del tuo corpo
                                                                      della tua carne

Morsi
             e poi baci
                                 appassionati
                                                            profondi
squassano
                      la tua anima
e la incatenano
                               alla mia
in un mare
                       di sensualità

E le stelle
                    stanno
                                   dalla nostra parte.

La passione (lettera immaginaria ad un "oscuro oggetto del desiderio")

 

INSONNIA

Magda non riusciva a dormire, si girava continuamente nel grande letto ma, anche quando trovava la posizione giusta, il sonno non arrivava. “Bene, adesso ci manca solo che non riesca a dormire, e domani chi si alza per andare al lavoro?” Soluzione? Valeriana! “Due confettini di solito funzionano”, pensò mentre allungava una mano sul comodino per prendere la boccetta e contemporaneamente con l’altra afferrava la bottiglia dell’acqua accanto al letto.

Ma la domanda era “Perché non riesco a dormire?” Ormai le capitava sempre più spesso di far fatica a prendere sonno e di svegliarsi ripetutamente durante le ore di riposo. La sua fortuna era che riusciva a riaddormentarsi senza fatica. Ri-addormentarsi, appunto, non addormentarsi…

Il guaio era che si sentiva sola e questa sensazione l’assaliva la sera, quando andava a letto. Durante il giorno riusciva a dribblarla, tante cose da fare e a cui pensare la distraevano, ma la sera il desiderio di un contatto fisico ravvicinato emergeva prepotentemente e si trasformava quasi in dolore per la mancanza. Già, da quanto tempo non faceva l’amore? Meglio non pensarci per non frustrarsi ulteriormente.

Il fatto era che non le interessava fare del sesso per allenamento, erano il coinvolgimento mentale ed emotivo che rendevano tutto più eccitante e intrigante. E tutto questo accadeva senza nessuna premeditazione, si trattava di scontrarsi con la persona giusta per quel momento, il tempo X per entrambi. E Magda da un po’ di tempo pensava che la maggior parte delle persone fosse banale e noiosa e incontrare un uomo interessante che le facesse scattare la molla e le facesse venir voglia di buttarsi a occhi chiusi sembrava un’impresa impossibile. 

Ad essere sincera, una persona ci sarebbe stata, ma bisogna essere in due a volersi tuffare nell’ignoto e forse lui non era ancora arrivato a quel punto… o forse non ci sarebbe mai arrivato…

Insonnia, scopri quanta melatonina hai nella saliva. È la nuova terapia -  la Repubblica

AVANCE

La sua mano si appoggiò con delicatezza sulla coscia di Cecilia sotto il tavolo. Lei sobbalzò impercettibilmente, tanto che solo Stefano se ne accorse e sorrise sotto i baffi.

Gli amici seduti con loro non se ne accorsero.

Stefano sentì il muscolo sotto le sue dita irrigidirsi… aspettò un momento e quando lei lo rilassò, lui riprese a muovere le mano facendola scivolare lentamente lungo l’abito fino al ginocchio di lei.

La vide girarsi verso di lui, ma non disse nulla.

Lui prese con abilità il tessuto dell’abito e lo fece scivolare verso l’alto fino ad infilare la mano tra le gambe di lei, che leggermente arrossì trattenendo il respiro.

Gli amici ridevano e continuavano a parlare.

La mano di Stefano saliva lentamente accarezzando la pelle di Cecilia che lo lasciava fare. Arrivata al pizzo della sua biancheria si fermò un attimo in attesa… lei lo guardò di sfuggita e lui ebbe l’impressione che lei lo incoraggiasse a proseguire… infilò le dita sotto il pizzo e la accarezzò… il respiro di lei si fece più veloce, anche se continuava a tenere sotto controllo le reazioni che quel tocco le suscitava. Lui proseguì e cominciò a sentire caldo…

Lei si alzò e si diresse verso l’uscita a prendere una boccata d’aria…

Poco dopo lui la raggiunse…

Sotto il tavolo c'è posto per le gambe!! - Foto di Bussarakham, Milano -  Tripadvisor

BRIVIDO

Il suo dito seguiva leggero la linea della schiena femminile, superando gli anelli della colonna vertebrale molto lentamente, così che Ludovica potesse godere di quel tocco delicato ma costante. Quando il dito si fermava, lei tratteneva il respiro fino a quando Giorgio non riprendeva e allora lei si rilassava e sospirava lievemente.

All’ennesima sosta, indugiò più a lungo per poi chinarsi su di lei e depositare un bacio a fior di labbra proprio alla base della schiena, da dove  iniziò a risalire solleticandola con la punta della lingua. Ludo rabbrividì di piacere, mentre Giorgio sorrideva ad occhi chiusi sentendo la pelle d’oca della donna. A dire il vero, anche lui era eccitato almeno quanto lei e faticava a trattenere il desiderio, ma voleva che fosse lei a fare la prima mossa…

Arrivò così alla base della nuca della donna, allontanò la bocca e attese… finchè lei si girò e gli sorrise con aria d’intesa…

Poster Premium Nudo rannicchiato, vista da dietro

Incontro

Alba era inquieta. Seduta scomposta sul letto cercava di leggere, ma non riusciva a concentrarsi, ripensava al giorno precedente. 
L‘incontro con Giorgio era stato casuale e inatteso. Si erano conosciuti dal fiorista: lei voleva dei fiori per la sua amica che aveva partorito il giorno prima, lui una pianta per il compleanno di sua madre e le aveva chiesto un consiglio, vedendo che era esperta. Per ringraziarla della consulenza, l’aveva invitata per un  aperitivo la sera successiva e lei aveva accettato.
Alba si fidava sempre del suo istinto, che raramente l’ingannava, e quell’uomo le aveva ispirato fiducia dal primo momento, cosa che non le succedeva spesso, anzi. Era una questione di pelle, almeno lei la vedeva così, di pelle e di odori e quell’uomo aveva un buon odore e anche una bella voce profonda, un’altra caratteristica a cui Alba era molto sensibile.
Adesso però era un po’ in ansia. Tra un paio d’ore l’avrebbe incontrato per l’aperitivo e si chiedeva se le loro reazioni sarebbero state le stesse del giorno precedente. Troppo spesso era stata delusa e il fatto di essere sempre fiduciosa e speranzosa l’aveva a volte ingannata. Ma lei non ci riusciva proprio a frenare quell’entusiasmo, quel bisogno di buttarsi a capofitto in nuove storie anche quando era chiaro che ne sarebbe uscita ammaccata. Un po’ masochista forse, ma ci stava, anche la sofferenza trovava il suo perché soprattutto quando aveva a che fare con l’amore. E comunque ne era sempre valsa la pena.
E allora coraggio! Abito colorato, come le sue speranze, orecchini tintinnanti che avrebbero annunciato il suo arrivo, mascara, rossetto e via, si va! “In bocca al lupo a me!” si augurò Alba, e uscì sorridendo.

IMPREVISTO 2

Greta nuotava verso la barriera di scogli senza fretta, nuotare la rilassava e se necessario, le schiariva le idee. A volte le era venuto il dubbio di essere stata una sirena in una vita passata… mah!

Luca non l’aveva persa d’occhio, la trovava interessante e gli sarebbe piaciuto fare quattro chiacchiere, ma il classico approccio “Ci conosciamo?” lo faceva sentire stupido. Così optò per lo “scontro in mare” e nuotando puntò diritto verso Greta, la raggiunse e fingendo una sbadataggine, si scontrò con lei. 

“Mi scusi, ho calcolato male gli spazi, quando nuoto tiro sempre un po’ a destra”. 

“Niente, niente, capita”, rispose lei, “anch’io vado sempre un po’ storta”.

“Arriviamo agli scogli? Così poi possiamo anche scambiare due parole più comodamente”.

“D’accordo”, rispose lei sorridendo e pensando “Metodo di approccio banale, ma funziona sempre” e i due ripresero la nuotata…

IMPREVISTO

Sdraiata sul lettino sotto l’ombrellone,  Greta leggeva un curioso romanzo sul suo e-reader… che grande invenzione l’e-reader! Potevi aumentare/diminuire la grandezza dei caratteri a seconda della stanchezza della vista, il display s’illuminava e potevi portare con te tutti i libri che volevi con il peso di uno solo…

Mentre rifletteva pigramente,  sentì che qualcuno la osservava.  Alzò lo sguardo per scoprire se era solo una sua sensazione o se davvero qualcuno la guardava e lo vide… un tipo brizzolato, pizzetto impertinente sul mento, Ray-Ban sul naso e un libro in mano. I loro sguardi mascherati dagli occhiali da sole s’incrociarono e subito dopo tornarono alle rispettive letture. 

Poco dopo però Greta avvertì la stessa sensazione di prima e alzò gli occhi per guardarsi intorno,  questa volta sapeva in quale direzione. Lui sembrava impegnato nella lettura e la donna pensò di essersi sbagliata. Tornò al suo e-reader. Eppure si sentiva degli occhi addosso ed era a disagio. Cambiò la posizione del lettino seguendo il sole e con la coda dell’occhio controllò, ma lui continuava a leggere. Lei però non riusciva più a concentrarsi, così ripose l’e-reader e gli occhiali in borsa, prese gli occhialini per nuotare e si diresse verso il mare per una nuotata, facendo attenzione a passare vicino a lui per cogliere una qualche reazione. 

Dentro di sé Luca sorrideva, quella donna lo incuriosiva… forse avrebbe fatto un bagno…

 

RUGHE

Michela si guardava allo specchio attentamente, il viso struccato, lo sguardo indagatore alla ricerca delle piccole rughe che contornavano gli occhi e la bocca e solcavano la fronte. “Queste non valgono”, pensava “sono rughe di espressione, le ho sempre avute”. Le altre invece no, erano comparse subdolamente, senza quasi che lei se ne accorgesse e adesso le vedeva tutte. Sospirò rassegnata pensando che non ci poteva fare niente, c’erano e bisognava conviverci. 

Sulla porta della stanza, Davide la osservava. Sapeva esattamente cosa pensava lei, ma a lui non importava, la amava così com’era, con le sue imperfezioni e le sue rughe. Anche lui aveva i suoi difetti, ma si rendeva conto che per una donna la decadenza fisica aveva un significato diverso.

Quella donna però lo attraeva ancora come quando l’aveva conosciuta dieci anni prima e la conferma era che anche solo guardarla al naturale senza trucco lo eccitava e la cosa era evidente. Conosceva ogni curva di quel corpo, ogni piega, ogni nascondiglio e la desiderava intensamente. Si mosse lentamente verso di lei e si fermò alle sue spalle. La osservò nello specchio posando le mani sui suoi fianchi… li accarezzò mentre le sfiorava la nuca con le labbra. Lei sorrise e lo lasciò fare, godendosi il momento. Davide mosse le mani verso l’alto e raggiunse i seni, li accarezzò provocando in Michela un sussulto di piacere, poi la prese per le spalle e la incollò a sè, premendo il corpo contro il suo… e lei si abbandonò dimenticando tutte le sue imperfezioni.

Attraente donna anziana guardarsi allo specchio — anziani, Calore - Stock  Photo | #230328476