Una debole luce penetrava da uno spiraglio fra le tende e si posava sul corpo di Caterina, esattamente sul suo fondo schiena. Roberto era affascinato da quel raggio e dal punto in cui colpiva il corpo di lei che dormiva appagata. I capelli arruffati scendevano disordinati sul suo viso e un lieve sorriso le increspava le labbra.
Roberto rimase ad osservarla per qualche minuto. Poi non resistette e allungò una mano per accarezzarle lievemente la guancia. Indugiò qualche secondo, poi la spostò sul collo e da lì la fece scivolare sulle spalle.
Caterina si mosse nel sonno, Roberto si fermò e si limitò a far scorrere lo sguardo su di lei. Poco dopo ricominciò a muovere la mano facendola scendere lentamente verso il basso lungo la colonna vertebrale seguendo la scia della luce…
Lei rabbrividì nel sonno e sorrise. Roberto si abbassò su di lei e le baciò la nuca, indugiando con la punta della lingua nella fossetta. Caterina si voltò piano ancora mezza addormentata ma con un forte desiderio di lui, che la guardava sentendo salire l’eccitazione. Caterina aprì gli occhi e li fece scorrere sul viso di lui, soffermandosi su ogni particolare. Fissò poi lo sguardo sulle sue labbra e attese che lui si avvicinasse per perdersi ancora una volta.
Il raggio di luna si spostò da una all’altro e poi ancora su di lei, seguendo il ritmo dei due corpi, per poi fermarsi obliquo su di loro spossati, quasi un legame invisibile ma saldo.
E il sonno li colse abbracciati…