BRIVIDO

Il suo dito seguiva leggero la linea della schiena femminile, superando gli anelli della colonna vertebrale molto lentamente, così che Ludovica potesse godere di quel tocco delicato ma costante. Quando il dito si fermava, lei tratteneva il respiro fino a quando Giorgio non riprendeva e allora lei si rilassava e sospirava lievemente.

All’ennesima sosta, indugiò più a lungo per poi chinarsi su di lei e depositare un bacio a fior di labbra proprio alla base della schiena, da dove  iniziò a risalire solleticandola con la punta della lingua. Ludo rabbrividì di piacere, mentre Giorgio sorrideva ad occhi chiusi sentendo la pelle d’oca della donna. A dire il vero, anche lui era eccitato almeno quanto lei e faticava a trattenere il desiderio, ma voleva che fosse lei a fare la prima mossa…

Arrivò così alla base della nuca della donna, allontanò la bocca e attese… finchè lei si girò e gli sorrise con aria d’intesa…

Poster Premium Nudo rannicchiato, vista da dietro

Incontro

Alba era inquieta. Seduta scomposta sul letto cercava di leggere, ma non riusciva a concentrarsi, ripensava al giorno precedente. 
L‘incontro con Giorgio era stato casuale e inatteso. Si erano conosciuti dal fiorista: lei voleva dei fiori per la sua amica che aveva partorito il giorno prima, lui una pianta per il compleanno di sua madre e le aveva chiesto un consiglio, vedendo che era esperta. Per ringraziarla della consulenza, l’aveva invitata per un  aperitivo la sera successiva e lei aveva accettato.
Alba si fidava sempre del suo istinto, che raramente l’ingannava, e quell’uomo le aveva ispirato fiducia dal primo momento, cosa che non le succedeva spesso, anzi. Era una questione di pelle, almeno lei la vedeva così, di pelle e di odori e quell’uomo aveva un buon odore e anche una bella voce profonda, un’altra caratteristica a cui Alba era molto sensibile.
Adesso però era un po’ in ansia. Tra un paio d’ore l’avrebbe incontrato per l’aperitivo e si chiedeva se le loro reazioni sarebbero state le stesse del giorno precedente. Troppo spesso era stata delusa e il fatto di essere sempre fiduciosa e speranzosa l’aveva a volte ingannata. Ma lei non ci riusciva proprio a frenare quell’entusiasmo, quel bisogno di buttarsi a capofitto in nuove storie anche quando era chiaro che ne sarebbe uscita ammaccata. Un po’ masochista forse, ma ci stava, anche la sofferenza trovava il suo perché soprattutto quando aveva a che fare con l’amore. E comunque ne era sempre valsa la pena.
E allora coraggio! Abito colorato, come le sue speranze, orecchini tintinnanti che avrebbero annunciato il suo arrivo, mascara, rossetto e via, si va! “In bocca al lupo a me!” si augurò Alba, e uscì sorridendo.

IMPREVISTO 2

Greta nuotava verso la barriera di scogli senza fretta, nuotare la rilassava e se necessario, le schiariva le idee. A volte le era venuto il dubbio di essere stata una sirena in una vita passata… mah!

Luca non l’aveva persa d’occhio, la trovava interessante e gli sarebbe piaciuto fare quattro chiacchiere, ma il classico approccio “Ci conosciamo?” lo faceva sentire stupido. Così optò per lo “scontro in mare” e nuotando puntò diritto verso Greta, la raggiunse e fingendo una sbadataggine, si scontrò con lei. 

“Mi scusi, ho calcolato male gli spazi, quando nuoto tiro sempre un po’ a destra”. 

“Niente, niente, capita”, rispose lei, “anch’io vado sempre un po’ storta”.

“Arriviamo agli scogli? Così poi possiamo anche scambiare due parole più comodamente”.

“D’accordo”, rispose lei sorridendo e pensando “Metodo di approccio banale, ma funziona sempre” e i due ripresero la nuotata…

IMPREVISTO

Sdraiata sul lettino sotto l’ombrellone,  Greta leggeva un curioso romanzo sul suo e-reader… che grande invenzione l’e-reader! Potevi aumentare/diminuire la grandezza dei caratteri a seconda della stanchezza della vista, il display s’illuminava e potevi portare con te tutti i libri che volevi con il peso di uno solo…

Mentre rifletteva pigramente,  sentì che qualcuno la osservava.  Alzò lo sguardo per scoprire se era solo una sua sensazione o se davvero qualcuno la guardava e lo vide… un tipo brizzolato, pizzetto impertinente sul mento, Ray-Ban sul naso e un libro in mano. I loro sguardi mascherati dagli occhiali da sole s’incrociarono e subito dopo tornarono alle rispettive letture. 

Poco dopo però Greta avvertì la stessa sensazione di prima e alzò gli occhi per guardarsi intorno,  questa volta sapeva in quale direzione. Lui sembrava impegnato nella lettura e la donna pensò di essersi sbagliata. Tornò al suo e-reader. Eppure si sentiva degli occhi addosso ed era a disagio. Cambiò la posizione del lettino seguendo il sole e con la coda dell’occhio controllò, ma lui continuava a leggere. Lei però non riusciva più a concentrarsi, così ripose l’e-reader e gli occhiali in borsa, prese gli occhialini per nuotare e si diresse verso il mare per una nuotata, facendo attenzione a passare vicino a lui per cogliere una qualche reazione. 

Dentro di sé Luca sorrideva, quella donna lo incuriosiva… forse avrebbe fatto un bagno…

 

RUGHE

Michela si guardava allo specchio attentamente, il viso struccato, lo sguardo indagatore alla ricerca delle piccole rughe che contornavano gli occhi e la bocca e solcavano la fronte. “Queste non valgono”, pensava “sono rughe di espressione, le ho sempre avute”. Le altre invece no, erano comparse subdolamente, senza quasi che lei se ne accorgesse e adesso le vedeva tutte. Sospirò rassegnata pensando che non ci poteva fare niente, c’erano e bisognava conviverci. 

Sulla porta della stanza, Davide la osservava. Sapeva esattamente cosa pensava lei, ma a lui non importava, la amava così com’era, con le sue imperfezioni e le sue rughe. Anche lui aveva i suoi difetti, ma si rendeva conto che per una donna la decadenza fisica aveva un significato diverso.

Quella donna però lo attraeva ancora come quando l’aveva conosciuta dieci anni prima e la conferma era che anche solo guardarla al naturale senza trucco lo eccitava e la cosa era evidente. Conosceva ogni curva di quel corpo, ogni piega, ogni nascondiglio e la desiderava intensamente. Si mosse lentamente verso di lei e si fermò alle sue spalle. La osservò nello specchio posando le mani sui suoi fianchi… li accarezzò mentre le sfiorava la nuca con le labbra. Lei sorrise e lo lasciò fare, godendosi il momento. Davide mosse le mani verso l’alto e raggiunse i seni, li accarezzò provocando in Michela un sussulto di piacere, poi la prese per le spalle e la incollò a sè, premendo il corpo contro il suo… e lei si abbandonò dimenticando tutte le sue imperfezioni.

Attraente donna anziana guardarsi allo specchio — anziani, Calore - Stock  Photo | #230328476

Il Principe Turchese

 

C’era una volta un principe turchese. Sì, avete letto bene, turchese, non quel noioso principe azzurro perfettino. Il principe turchese era un tipo originale, intelligente e brillante, anche se un po’ furbetto con le ragazze.  E sì, perché la storia che lui era un principe lo avvantaggiava non poco rispetto ai suoi coetanei. Come infatti si dice, e un fondo di verità ci sarà pure, le donne preferiscono i mascalzoni. 

Dunque, il principe turchese era sempre contornato da ragazze di tutti i colori: rosa, lilla, giallino, verdino, tutte carine e piacevoli, ma dopo un po’ la compagnia di queste fanciulle “tenui” lo annoiava, erano tutte “misurate” e lui cercava qualcosa di diverso, una compagna fuori dalle sfumature, di un colore deciso.

La ricerca però  sembrava molto difficile. A dire la verità,  il principe non si applicava molto, abituato com’era ad avere seguito, e così la noia aumentava e le ammiratrici diminuivano, perchè lui era sempre meno simpatico e brillante.

Un giorno, mentre girava oziosamente in moto per la campagna (come, non sapete che i principi affascinanti hanno anche la moto? Ebbene sì, adesso lo sapete anche voi), al principe turchese parve di cogliere una macchia di un colore che non conosceva. Così girò la moto e tornò indietro per controllare e s’imbattè in una ragazza color fucsia su una bicicletta dello stesso colore. Incuriosito, fermò la moto e aspettò che lei lo raggiungesse. La ragazza cantava e pedalava contenta.

Il principe la osservava divertito e la aspettava. Si era risvegliato dalla sua apatia, la ragazza fucsia era quella che aspettava d’incontrare, ma lei sarebbe stata ugualmente curiosa di fare la sua conoscenza? Per la prima volta il principe era preoccupato,  ma decise di rischiare, certo che comunque fosse andata, ne sarebbe valsa la pena.

Perché il mondo è a colori? Ce lo spiega la scienza - Focus Junior

Ops, dimenticavo: il lieto fine è solo nelle favole.

SEMAFORO ROSSO

7.30 di mercoledì mattina.

Ferma al semaforo Laura ascoltava la radio, cantava e ballava come si può ballare da sedute in auto. Aveva ancora sonno, ma per fortuna la musica la teneva ben sveglia. Mentre aspettava che scattasse il verde, si guardò nello specchietto retrovisore per controllare il trucco, tutto a posto, anche il rossetto. Laura non aveva rinunciato al rossetto, anche se la mascherina lo copriva, peccato!

Ad un tratto si rese conto di essere osservata. Chi era l’uomo che la guardava divertito dall’auto dietro la sua? Non riusciva a vederlo bene per il riflesso del sole, nonostante gli occhiali scuri. Il verde scattò e Laura ripartì lentamente così che lo sconosciuto potesse affiancarla. Si girò a guardarlo incuriosita e incrociò i suoi occhi, neri. Anche lui la stava guardando e per un attimo si sorrisero. Proseguirono il percorso, apparentemente lo stesso, fino al semaforo rosso successivo.

Laura si voltò e questa volta si mise a ridere vedendo che lui la stava osservando insistente. Sembrava un tipo normale. Lui ricambiò il sorriso e le fece cenno di abbassare il finestrino. “Buongiorno, posso offrirle un caffè? sembra che abbiamo la strada in comune”. “Perchè no?”, si disse Laura e annuì. Le fece cenno e la superò invitandola a seguirlo. Lei fece il numero dell’ufficio e avvisò che sarebbe arrivata un paio d’ore più tardi per un imprevisto. “Bugia giustificata” pensò ridacchiando e seguì chi aveva dato una svolta alla sua giornata.

Multa al semaforo rosso: ricorso, costo e come contestarla

INQUIETUDINE

Notte complicata. Sofia si era girata e rigirata nel letto senza sapere esattamente perché.  Beh, a essere oneste non era vero, sapeva quanto meno che l’agitazione era dovuta all’inquietudine che da un po’ di tempo la tormentava, quella di essere posseduta fisicamente e di possedere qualcuno,  chi, lo sapeva lei.

Ma l’impossibilità che il suo desiderio si realizzasse trovava sfogo nelle sue notti movimentate. Tuttavia, non avrebbe mai forzato le cose. Perché? Per orgoglio, perché voleva essere desiderata e non accontentata.

Mentre rifletteva, Sofia istintivamente aveva iniziato ad accarezzarsi. La mano su cui aveva poggiato la testa era scesa sul collo e lì aveva indugiato disegnando piccoli cerchi leggeri con il dito. Da lì aveva proseguito lentamente lungo la spalla imitata dall’altra mano e si era rilassata con un breve massaggio…

Aveva poi chiuso gli occhi e pian piano le mani avevano iniziato a muoversi verso i seni, sfiorando i capezzoli già turgidi e per un attimo doloranti al tatto…

Persa nella soddisfazione di un piacere che immaginava condiviso, Sofia cercava di dimenticare la voce di lui, la voce che l’aveva stregata e che sentiva continuamente ripeterle……

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L’APPUNTAMENTO

Anna non credeva sarebbe venuto. L’aveva provocato sfidandolo, ma era quasi certa che Gio’ non sarebbe venuto. C’era però quel “quasi” che lasciava uno spiraglio aperto, una piccolissima speranza…

Situazione complicata come tante. Era cominciata come un gioco, ma la chimica che si era scatenata era stata imprevista ed era diventata difficile da gestire. La tensione era salita inconsapevolmente, almeno all’inizio, poi entrambi ci avevano giocato ben sapendo cosa stavano rischiando e avevano alzato pian piano il livello emozionale, sempre attenti a restare sul filo del rasoio per non farsi troppo male quando tutto sarebbe finito, inevitabilmente.

Le favole del “e vissero felici e contenti” non esistono, lo sappiamo bene noi adulti, e di tanto in tanto anche in queste fughe, bisogna ricordarsi di mettere i piedi ben piantati a terra per riprendere il contatto con la realtà ed evitare di precipitare rovinosamente dalle nuvole senza preavviso e soprattutto senza un materasso a raccoglierci.

Con questo tumulto di sensazioni e sentimenti Anna si avvicinava timorosa al luogo dell’appuntamento…

TENTAZIONE

Mara era immersa nella visione del film. Aveva visto solo con la coda dell’occhio la persona che era venuta a sedersi nella poltrona accanto alla sua durante la pubblicità iniziale. Che effetto poter avere nuovamente un vicino di poltrona al cinema! Curiosa, cercò di cogliere qualche dettaglio dello sconosciuto senza perdere il filo della proiezione: capelli brizzolati, barba curata, gli occhiali, tipo intellettuale. 

Sentendosi osservato, Luca si era girato verso la donna che gli sedeva di fianco e le aveva sorriso. Mara, un po’ imbarazzata, aveva ricambiato il sorriso e aveva finto di concentrarsi nuovamente sul film, ma non ci riusciva. La tentazione di tornare a guardarlo era troppo forte, c’era qualcosa che l’attirava in lui, ma non avrebbe saputo dire cosa. Non le era mai successo, ma quell’uomo le faceva venire voglia di toccarlo… ma cosa stava pensando? Riprese la visione ma presto si distrasse nuovamente e scostò il braccio fino a sfiorare quello di lui…

Luca si sorprese, ma riuscì a non darlo a vedere. Quella donna dai capelli corti sale e pepe lo aveva colpito e istintivamente attratto, ma non avrebbe certo voluto beccarsi uno schiaffo per avere allungato una mano, cosa che aveva un gran desiderio di fare da quando l’aveva notata. Adesso però era lei che cercava un contatto, o era stato un errore? No, l’aveva fatto apposta e si capiva da come tratteneva il respiro cercando di dargli una regolarità che evidentemente aveva perso. Un dubbio s’insinuò nella sua mente, “Se provassi…” e senza rendersene conto, il suo braccio aderì a quello di lei, che sussultò leggermente ma non si scostò. Pian piano le temperature dei loro corpi si coordinarono e i due arti sembrarono diventare uno. Le dita delle mani di entrambi si mossero lievemente e si accarezzarono e dopo un po’ Luca azzardò a far scivolare la mano sulla gamba di lei. Mara pensò che era esattamente quello che aveva desiderato e appoggiò con falsa nocuranza la sua mano sulla coscia di lui. Quasi contemporaneamente cominciarono ad accarezzarsi delicatamente e poi sempre più insistenti fino a decidere di alzarsi nello stesso momento e uscire dalla sala tenendosi per mano per poi cominciare a correre e fermarsi solo nel primo portone aperto, dietro al quale cominciarono a baciarsi accarezzandosi per poi frugarsi sopra e sotto gli abiti fino ad arrivare a perdere la cognizione di spazio e tempo…

mani intrecciate |