Isole di Vertigine
Seduti sui gradini a parlare
di emozioni reali,
suggestive, surreali,
respiriamo il vento
tra le pietre
che catturano l’energia
primordiale dei pensieri.
Immagino il borgo
quando la notte
lo ammanta di stelle
noi chiusi in casa
a fare l’amore
respiri e sospiri
traspirare nei muri.
E mi incaglio
nelle tue labbra
che passano
al setaccio
ogni mio respiro.
Sussurro,
vibro,
fremo.
Anche le foglie
sui rami
fluttuano
nell’incredulo.
Chiudo gli occhi
al riparo degli alberi
e penso a te.
Le correnti
del fiume
mi trascinano via.
Scorro tra le tue braccia
ricolmo d’amore.
Lì dove la valle si stringe
e l’aquila vola radente
sui riflessi pindarici delle montagne
che si specchiano nelle sue acque
lei si tuffa
tormentata scorre
nel mormorìo delle gole
incanta il viandante.
Lei è un fiume.
Non avevo mai visto in vita mia
certi colori in natura.
E’ bastato qualche raggio di sole
per incendiare le acque
e veder fiammate ispirate
al segreto dei monti
dipinti
nel fluire dei giorni
arcani
in cuspidi
di desideri
inarrestabili.
Ora vorrei essere vento
ripercorrere
quei tornanti
e perdermi
a strapiombo
in spirali di sguardi.
Ora vorrei essere fiume
che scava le Gole
e colora le emozioni
in cui lasciarti
specchiare.
Tu sei la mia oasi
incastonata
nel silenzio della montagna.
Tu mi hai cambiato.
Tu sei il blu,
l’azzurro,
il celeste,
il turchese
che sfuma
nello smeraldo,
tu indossi
le sfumature
della profondità
che trasmuta,
tu sei il labbro
che bagna
il mio segreto tormento.
Tu,
sempre
soltanto
Tu.
E ti scioglievi i capelli
e l’acqua cadeva
lungo la schiena
il sole ti baciava
nei rivoli di colore
disegnando l’arco d’amore.
Come lampi
saettano
nei boschi
rincorrendosi
tra gli alberi
gaudenti
e gioiosi.
Molecole di canto
nel salto magico.
Scrosciano.
Volevano fluire.
Avevano sete
di leggere il mondo,
sperimentare
ogni dimensione
possibile
fino a scoprire
l’inimmaginabile.
Sciolti gli abbracci d’inverno
i baci di neve
iniziarono a scorrere
saltando tra gli argini
dei preziosi istanti
tuonarono a valle.
Nei loro sguardi
nei loro corpi
nei loro sogni
iniziava il racconto del fiume.
Il mio inverno
ha la neve negli occhi,
avvolge l’anima
in una coperta
di foglie autunnali,
concede al cuore
le lunghe torride notti d’estate.
E’ sempre primavera
nelle lande dei sensi
dove le pulsioni
sbocciano senza pause
e si rinnovano,
non di anno in anno
ma di giorno in giorno.
Nel seme che pianti oggi
io già intravedo il bocciolo
che sarà domani.
Si sta bene nel tuo maglione,
vorrei starci anch’io,
non da solo
insieme a te.