AMANTEA – DISCOTECA IL FAUNO 1972 – I RICORDI DI UN GIOVANE ROCKER AL CONCERTO DELLA  PREMIATA FORNERIA MARCONI scritto da Jankadjstrummer    

AMANTEA – DISCOTECA IL FAUNO – I RICORDI DI UN GIOVANE ROCKER AL CONCERTO DELLA  PREMIATA FORNERIA MARCONI

Agosto 1972 – Discoteca estiva “ IL FAUNO “ ad Amantea nell’allora perla del Tirreno approda la Premiata Forneria Marconi, gruppo rock semisconosciuto, all’epoca passava in radio a malapena la hit “ Impressioni di settembre “, io avevo comprato il 45 giri, sul retro un altro capolavoro “ La carrozza di Hans “. Un loro concerto aveva per me un fascino indescrivibile si trattava di organizzarsi, il prezzo del biglietto d’entrata era per me proibitivo inoltre c’era la distanza 6/7 km da percorrere o in bici o con l’autostop, gli unici mezzi di locomozione consentiti. Cosi mi feci coraggio e chiesi a mio cugino che faceva il vigile urbano di procurarmi un biglietto, lui si offrì di accompagnarmi e poi venirmi a riprendere con la sua “ Diane 6 tipo familiare “. Ero felice, eccitato, varcai la soglia della discoteca, considerato un sogno per i 15 enni dell’epoca, e mi trovai catapultato in un ambiente buio, spoglio, qualche albero d’ulivo qua e la, tavoli, una pista tonda non molto grande adornata con un pergolato, ricordo che il locale non mi fece una buona impressione forse perché era sempre stato idealizzato da noi ragazzi, un posto pieno di “bagnanti” con molte ragazze, potenziale occasione di conoscenze femminili, che faceva viaggiare la fantasia di noi adolescenti in piena crisi ormonale, il locale non era per niente affollato qualche centinaio di personale sedute su delle sedie di ferro e qualche sparuto nugolo di giovani in piedi ai lati del palco, tutto lontanissimo da tutto quello che avevo immaginato. Io mi posizionai quasi sotto il palco da un lato, finalmente dopo un paio d’ore di attesa e di accordo/ strumenti, salgono sul palco prima il batterista Franz Di Cioccio con in mano le bacchette, il chitarrista Franco Mussida, il tastierista Flavio Premoli e il bassista Giorgio “Fico” Piazza e violinista e flautista Mauro Pagani ed iniziano il concerto con brani tratti dal loro primo album, Storia di un minuto del 1972, considerato la quintessenza del progressive italiano, sia per contenuti che per la sua energia. I brani che propongono sono molto d’atmosfera, molto dilatati,  che non scaldano per niente il pubblico del        “ FAUNO” nonostante il suono sia validissimo, forse perché  l’improvvisazione e le lunghe suite prendono  il posto delle brevi canzoni beat che il pubblico era abituato ad ascoltare. I primi pezzi che propongono hanno una struttura classicheggiante, “Grazie Davvero”, in cui una dolce chitarra acustica traccia la melodia principale, accompagnata dal mellotron, che simula una orchestra di archi, tesse trame quasi oniriche;  passa nell’indifferenza del pubblico anche la sinfonia di “Dove.. quando”,che parte con un canto dolce accompagnato da una chitarra acustica ed un flauto, continua con l’organo di Premoli e il violino di Pagani, per poi scatenarsi in una elegantissima e classica esecuzione di pianoforte, segue lo stesso destino. Il pubblico non è per niente in delirio, molti assistono distrattamente al concerto, i camerieri indaffarati a servire da bere ai tavoli illuminati dalle luci psichedeliche del palco, il progressive rock della PFM molto originale venato da belle melodie e da influenze musicali squisitamente mediterranee comincia a dare calore al pubblico che si infiamma con “ E’ festa “ una sorta di tarantella rock molto corposa caratterizzata da bei riff di moog. Ora l’atmosfera è completamente diversa, parte “La carrozza di Hans” che, inizia come una semplice ballata ma che si scatena poi con un meraviglioso assolo di chitarra alla King Crimson e in una brillante improvvisazione jazz-prog con il violino di Pagani che tesse dolci melodie . Questo pezzo, scritto da Mussida durante un viaggio in camioncino tra Torino e Milano, vinse il Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio nel 1971 ( da cui è tratto il video inserito).  Unico punto debole della band era il canto, che soffriva dell’assenza di un vero e proprio front-man capace di tenere il palco, sarà stato questo il motivo dello scarso coinvolgimento emotivo con il pubblico. Per finire “Impressioni di settembre” preceduta da un breve pezzo strumentale, caratterizzato da coretti su una base di chitarra acustica, prima, e da un riff di chitarra elettrica all’incalzare della batteria, poi la suggestiva ballad con un testo scritto da Mogol e svariati spunti progressive, marcati dall’impiego del moog, strumento introdotto per la prima volta in Italia poco tempo prima. Gli accordi semplici, suonati dalla chitarra acustica, delineano un’atmosfera delicata e coinvolgente, soprattutto nelle strofe; il ritornello, invece, è più infuocato, con l’aiuto del geniale arrangiamento del sintetizzatore. La poesia che traspare dalle parole di Mogol non fa che accentuare l’epica melodia del brano di Mussida e Pagani, che divenne presto uno dei loro cavalli di battaglia e un classico della musica italiana. Con questo brano, ripetuto poi con la sola musica, terminò il concerto, poco meno di un ora di musica e via con i saluti di rito. Da quella contrada di Coreca, sotto quelle montagnole di tufo, era passata una meteora  che mi ha lasciato spiazzato tanto da avermi lasciato un dubbio che mi porto ancora adesso: il contratto prevedeva una breve apparizione o il poco entusiasmo del pubblico ha ridimensionato la performance? Certo io comunque fui felice di aver ascoltato la musica che sarebbe stata la mia colonna sonora di quegli anni. Il tempo di comprarmi una aranciata e fui raggiunto da mio cugino. Durante il tragitto per tornare a casa mi chiese che tipo di musica facesse questo complesso perché  non li aveva mai sentiti nominare, timidamente gli risposi: “ rock” e lui prontamente mi rispose che a breve ci sarebbe stato, in un altro locale di Amantea, lo spettacolo di Minnie Minoprio,( avvenente soubrette dell’epoca) di farmi vedere che mi avrebbe fatto passare gratis, SIC!

jankadjstrummer

 

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AMANTEA – DISCOTECA IL FAUNO 1972 – I RICORDI DI UN GIOVANE ROCKER AL CONCERTO DELLA  PREMIATA FORNERIA MARCONI scritto da Jankadjstrummer    ultima modifica: 2020-04-25T10:37:04+02:00da giancarlopellegrino