Lo show dei The Zen Circus 28 dicembre 2011 a Lamezia T. ( CZ) Non vi libererete tanto facilmente di noi!

 

-Non vi libererete tanto facilmente di noi!
Lo show dei The Zen Circus” Mercoledi 28 dicembre
2011 al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme ( CZ)
Nell’ambito del festival di musica indipendente “ Enjoy Lamezia”, con il patrocinio del Comune di Lamezia, sbarcano “ The Zen Circus” considerati uno delle maggiori band del panorama italiano, l’occasione è allettante mi trovo in città e per niente perderò questa occasione, ancora non ho assistito al nuovo show dopo il loro ultimo album “ Nati per subire” ( recensione del disco nella miaHit di novembre ) e poi sono molto curioso di scoprire come reagirà il pubblico che ritengo poco avvezzo all’ascolto di una band dal passato burrascoso, fatto di musica da strada, energia e tanto folk/punk urlato. Arrivo in un Teatro stracolmo di gente, solo posti in piedi, mi guadagno l’appoggio ad una colonna in platea in attesa del concerto, le cose vanno un po’ per le lunghe, un improbabile presentatore fa gli onori di casa illustrando l’iniziativa peraltro riuscitissima, ricorda il successo del concerto di Brunori Sas, di Dente e prima di presentare brevemente il gruppo, fa esibire un cantautore locale che propone una canzoncina un po’ demenziale ma molto simpatica edironica. Si abbassano le luci, i tre, Appino, Ufo e Karim voce chitarra, basso e batteria prendono posizione sul palco, un arpeggio di chitarra, un coretto e poi una partenza solida, robusta di Appino che con molta aggressività intona “Nel paese che sembra una scarpa” dal loro ultimo lavoro, ilpubblico fino a quel momento ordinato e seduto nelle prime file come obbediente ad un segnale, si alza simultaneamente per raggiungere il palco ed urlare con loro i versi taglienti del brano; Appino è a suo agio con il suo fisico smilzo, jeans skins, i piedi in dentro a reggere la chitarra nella tipica posa punk /rock, la voce potente, limpida che proviene da una bocca grande adornata con dei baffi che ricordano il giovane Carlos Santana, si muove con cadenza ritmata come morso dalla tarantola.
Il pubblico apprezza, si scuote, qualcuno poga ma senza esagerare, consapevoli che sarà una serata molto divertente. Certo il Circo Zen ne ha fatto di strada, agli esordi venivano ritenuti emuli degli statunitensi Violent Femmes perché proponevano un folk punk all’epoca sconosciuto in Italia, col tempo, però, si sono ritagliati una certa popolarità addirittura riuscendo a pubblicare un disco intero con Brian Ritchie leader dei Violent Femmes e a collaborare con i Pixies e i Talking Heads, un gruppo che è cresciuto artisticamente e che aveva uno sbocco sicuro oltrefrontiera, ma, come spesso accade, gli artisti non ragionano in termini utilitaristici, quindi, decidono di rientrare in Italia e proseguire il loro percorso musicale cambiando completamente il loro sound e utilizzando solo testi in italiano. Un alchimia, una contaminazione che media una sorta di cantautorato italiano con il punk rock americano. Il concerto prosegue con i brani più noti sia del nuovo disco che di “ Andate tutti affanculo” il lavoro del 2009, senza lasciare spazio alla produzione vecchia con i testi in inglese; scelta, ritengo, azzeccata perché non c’è stato nessun calo fisiologico del ritmo rimasto sempre ad alti livelli nelle due ore di show ineccepibile dei tre agguerriti musicisti e che ha dato la possibilità al pubblico di interagire, di cantare a squarciagola i brani che hanno fatto “ grandi” i Zen Circus: Ventanni, Figlio di Puttana, la Democrazia semplicemente non funziona, Atto secondo.
Certo i tre pards si presentano in maniera irriverente,scanzonata per parlare di temi sicuramente non leggeri come la politica, la droga, i rapporti familiari difficili ma lo fanno con naturalezza, con ironia e senza
troppe forzature inserendo ritornelli di facile presa e tanta energia vitale nel costruire un suono compatto che il pubblico lametino ha apprezzato molto. Il concerto è andato avanti con molta regolarità e senza colpi di scena, non c’è stata la telefonata dello spacciatore Abdul nella Canzone di Natale e nemmeno la discesa in platea, come di solito fanno, per eseguire un brano in mezzo alla folla, è forse mancato qualcosa di speciale che rende il concerto indimenticabile ma è stato pur sempre un ottimo show. Che dire, il pubblico comunque si è divertito grazie alla carica sorprendente della band e alla sinergia che sono riusciti a creare, un concerto di qualità che solo iniziative sporadiche e poco sistematiche di illuminati amministratori riescono a portare al sud. Il finale è tutta una festa, i ragazzi sotto il palco hanno fatto sentire tutto il loro calore alla band e sono stati i ripetuti ringraziamenti a suggellare il rapporto che per una sera ha legato i tre
ragazzi pisani alla meglio gioventù di Lamezia Terme.
Dal vostro jankadjstrummer
Questa è la scaletta che mi ricordo del concerto:
– Nel paese che sembra una scarpa
– Atto secondo
– Gente di merda
– Andate tutti affanculo
– L’amorale
– L’egoista
– I qualunquisti
– Vecchi senz’esperienza
– Figlio di puttana
– Vana gloria
– La democrazia semplicemente non funziona
– Ragazzo eroe
– Il mattino ha l’oro in bocca
– Canzone di Natale
BIS
– Milanesi al mare – Nati per subire
Lo show dei The Zen Circus 28 dicembre 2011 a Lamezia T. ( CZ) Non vi libererete tanto facilmente di noi!ultima modifica: 2020-05-16T20:05:41+02:00da giancarlopellegrino