“La rivoluzione non sara’ trasmessa in tv” Gil Scott-Heron (Chicago, 1/4/ 1949 – New York, 27 /5/ 2011)

“La rivoluzione non sara’ trasmessa in tv”.

Gil Scott-Heron (Chicago, 1/4/ 1949 – New York, 27 /5/ 2011)

Eravamo all’inizi degli anni ’70  quando Heron incise questo grido di battaglia diventato poi  l’inno dei ghetti neri delle periferie d’America dove era forte la discriminazione e la voglia di riscatto dei giovani, lui diventa, quindi,  la voce, la poesia,  lo spoker word cioè il Dylan dei neri che recitata su basi musicali soul e jazz; l’improvvisazione, per lui, diventa un tratto distintivo, l’impegno civile, la denuncia ma anche la vita di tutti i giorni viene trasposto in musica con molta originalità per quei tempi, tanto che ne  ricava uno stile, un modo di essere che diventerà, poi, il RAP che ora conosciamo. Oltre che per il suo attivismo militante afroamericano  Heron ha avuto il merito di rinnovare la musica nera, con una serie di album che lo portarono al successo e, soprattutto, influenzarono una intera nuova generazione di musicisti che, dalla fine del decennio, iniziarono a percorrere le strade del rap seguendo il suo insegnamento. «Non saremmo qui a fare quello che facciamo e come lo facciamo senza il tuo lavoro», ha commentato Chuck D dei Public Enemy, così come hanno fatto moltissimi altri artisti hip hop ( Eminem,Beatsie Boys) che hanno voluto tributare l’ ultimo omaggio al poeta/musicista. Iniziò a incidere musica nel 1970 con l’album Small Talk at 125th & Lennox con uno stuolo di musicisti jazz. L’album includeva Whitey on the Moon un brano in cui si scagliava  contro i grandi mezzi di comunicazione posseduti dai bianchi e dimostrava l’ignoranza della middle class, tenuta all’oscuro dai reali problemi delle grandi città. Poi Pieces of a Man del 1971 in cui i brani tornano ad essere canzoni con una struttura classica con poche parole in musica e senza sermoni recitati liberamente. Il suo più grande successo fu nel 1978, “The Bottle”, prodotto insieme al suo eterno collaboratore Brian Jackson, che arrivò in vetta alle classifiche R&B. Durante gli anni ottanta Scott-Heron continuò a pubblicare canzoni, attaccando di frequente l’allora presidente Ronald Reagan e la sua politica conservatrice: “L’idea riguarda il fatto che questo paese vuole nostalgia. Essi vogliono tornare indietro quanto possibile – anche se è solo fino alla settimana scorsa. Non per affrontare oggi o domani, ma per affrontare il passato. E ieri era il giorno dei nostri eroi del cinema a cavallo che arrivavano a salvare tutti all’ultimo momento. Il giorno dell’uomo col cappello bianco o dell’uomo sul cavallo bianco – o dell’uomo che arrivava sempre per salvare l’America all’ultimo momento – arrivava sempre qualcuno per salvare l’America all’ultimo momento – specialmente nei film di serie B. E quando l’America si ritrovò in difficoltà ad affrontare il futuro, cercarono persone come John Wayne. Ma dato che John Wayne non era più disponibile, si risolsero per Ronald Reagan – e questo ci ha messo in una situazione che noi possiamo solo guardare – come un film di serie B” (Gil Scott-Heron, “B” Movie) Poi, dal 1985 in poi, è iniziato il declino e la crisi dovuta soprattutto all’uso di droga, che lo ha allontanato dal mondo della musica, portandolo a rescindere il contratto con la sua casa discografica Arista e ad essere dimenticato dai grandi media. Nel 2001 Gil Scott-Heron fu arrestato per droga e per violenza privata, poi la morte della madre, la povertà e la cocaina lo portarono in una spirale negativa. Uscito di prigione nel 2002, Gil Scott-Heron lavorò con i Blackalicious e apparve nel loro album Blazing Arrow. Negli ultimi anni passò molti problemi giudiziari sempre legati all’uso di droga, era tornato, in grande stile, alla musica nel 2007 e poi nel 2010 pubblicò il suo primo album dopo dieci anni di silenzio, “I’ m new here”,  che ho recensito da queste pagine e che la critica e il pubblico accolse favorevolmente. A proposito del suo brano di maggiore successo “The Revolution Will Not  Be Televised” mi piace ricordare che, a distanza di un quarantennio, questo invito a mollare lo schermo e scendere in piazza, si sarebbe trasformato, in “The revolution will be tweeted”, cioè nella capacità dei social network di costruire e rappresentare in piena autonomia la rivolta dei giovani iraniani, tunisini ed egiziani; inoltre The revolution will not be televised, e’ il titolo di un libro dedicato alle potenzialita’ democratiche di Internet, scritto dall’intellettuale Joe Trippi vicino ai democratici americani). “La rivoluzione non sara’ trasmessa in tv/ la rivoluzione non andra’ in replica, fratelli/ la rivoluzione sara’ dal vivo”.

Discografia essenziale

  • Small Talk at 125th & Lenox Ave. 1970 Flying Dutchman Records
  • Pieces of a Man. 1971 Flying Dutchman Records
  • Free Will. 1972 Flying Dutchman Records
  • The first minute of a new day – The Midnight Band. 1975 Arista Records
  • From South Africa to South Carolina. 1975 Arista Records
  • It’s your world – Live. 1976 Arista Records
  • Bridges. 1977 Arista Records
  • Secrets. 1978 Arista Records
  • The Mind of Gil Scott-Heron 1979 Arista Records
  • Real eyes. 1980 Arista Records
  • Reflections. 1981 Arista Records
  • Moving target. 1982 Arista Records
  • Tales of Gil Scott-Heron and his Amnesia Express. 1990 Arista Records
  • Glory – the Gil Scott-Heron collection. 1990 Arista Records
  • Spirits. 1994 TVT Records
  • I’m new here. 2010 XL Recordings

R.I.P.  da Jankadjstrummer gil gil2

“La rivoluzione non sara’ trasmessa in tv” Gil Scott-Heron (Chicago, 1/4/ 1949 – New York, 27 /5/ 2011)ultima modifica: 2020-05-28T23:22:47+02:00da giancarlopellegrino